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Qual è la malattia di Indi Gregory e perché è stato disposto lo stop ai supporti vitali

La sindrome da deplezione del DNA mitocondriale è la malattia di cui soffre Indi Gregory, la bambina inglese di 8 mesi al centro di una disputa legale tra i genitori e l’Alta Corte del Regno Unito che intende spegnere le macchine. Alla piccola è stata data la cittadinanza italiana con procedura d’urgenza con l’obiettivo di trasferirla all’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
A cura di Andrea Centini
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Il caso di Indi Gregory, bambina inglese di 8 mesi affetta da una patologia mitocondriale incurabile, sta tenendo col fiato sospeso sia l'Italia che il Regno Unito, alla luce della gravità delle sue condizioni e del braccio di ferro legale tra i genitori che vogliono trasferirla all'Ospedale Bambino Gesù di Roma – dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana con procedura d'urgenza – e la decisione dei giudici dell'Alta Corte britannica di sospendere le macchine che la tengono in vita e di negare il trasferimento. Nel momento in cui stiamo scrivendo si attende la sentenza dell'appello sullo stop ai supporti vitali, che stanno tenendo in vita Indi presso il Queen's Medical Centre dell’Università di Nottingham, in Inghilterra (UK). Dovrebbe arrivare dopo le 13:00 ora italiana di oggi, 10 novembre 2023. La speranza dei genitori è che venga data loro la possibilità – soprattutto il tempo – di poter trasferire la piccola al nosocomio romano, che ha espresso il desiderio di prenderla in cura.

Come specificato, Indi Gregory soffre di una grave patologia mitocondriale, nello specifico di una forma di sindrome da deplezione del Dna mitocondriale (MDS), quella encefalomiopatica. Come specificato dal portale specializzato Orpha.net, si tratta di un insieme di malattie mitocondriali "eterogenee dal punto di vista clinico, caratterizzate da una riduzione del numero di coppie del DNA mitocondriale nei tessuti interessati, in assenza di mutazioni o riarrangiamenti del mtDNA (DNA mitocondriale NDR)". Quella di Gregory è una malattia rara che colpisce i mitocondri, gli organelli presenti nelle cellule che fungono da "centrali energetiche". In queste sindromi i mitocondri sono incapaci di produrre energia a sufficienza, con effetti devastanti sull'organismo nel complesso e in particolar modo sugli organi che consumano molta energia, come cervello e cuore. Come per altre malattie mitocondriali si tratta di patologie incurabili: non esiste una cura definitiva e i trattamenti sono volti solo all'attenuazione dei sintomi. Ecco cosa sappiamo su questa condizione.

Cos'è la sindrome da deplezione del DNA mitocondriale

Con sindrome da deplezione del DNA mitocondriale (MDS) si intende una famiglia di patologie a carattere ereditario (di tipo autosomico recessivo) che provoca una riduzione sensibile nel DNA mitocondriale (mtDNA), che viene trasmesso esclusivamente dalla madre. I mitocondri, organelli che fungono da vero e proprio ‘motore' per la cellula essendo responsabili della cosiddetta ‘respirazione cellulare' e dunque della produzione di energia, sono peculiari anche perché possiedono un proprio DNA, il DNA mitocondriale appunto, racchiuso in un piccolo cromosoma che serve alla produzione di sole tredici proteine. Se il quantitativo di questo DNA si riduce a causa di una patologia, come nel caso della sindrome da deplezione del DNA mitocondriale, tra le dirette conseguenze vi è proprio una minore disponibilità energetica per l'organismo, con effetti devastanti soprattutto sugli organi che consumano di più, come il cervello, i muscoli e il fegato.

La Fondazione Telethon spiega che, come avviene in altre malattie mitocondriali, le sindromi da deplezione del DNA mitocondriale "sono molto eterogenee, ma si distinguono per la loro manifestazione precoce nei primi giorni o mesi di vita e, in molti casi, per il rapido aggravarsi dei sintomi". La forma della piccola Indi Indie determina un "grave disturbo neuro-metabolico mitocondriale che compromette seriamente la sua aspettativa e qualità di vita", come evidenziato dall'Osservatorio delle Malattie Rare. La forma specifica non è stata dichiarata, ma è noto che si tratta di una malattia per la quale "non esiste una cura né sono disponibili terapie in grado di rallentare il decorso della malattia".

Le varianti principali di MDS

Esistono alcune varianti di sindrome da deplezione del DNA mitocondriale, differenti fra loro per sintomatologia, organi interessati, durata della sopravvivenza e rapidità nella progressione clinica. Le patologie si manifestano tutte nei primissimi giorni di vita, o comunque durante l'infanzia, e nella stragrande maggioranza dei casi è proprio in questa fase, entro i due anni, che i bambini perdono la vita. I malati di alcune forme di MDS possono sopravvivere fino all'adolescenza, e in rarissimi casi giungere all'età adulta. Poiché l'Alta Corte britannica ha deciso di staccare la spina alle macchine che mantengono in vita Indi Gregory a soli 8 mesi, la piccola è affetta da una delle forme più aggressive e precocemente letali.

Le tre forme principali di sindrome da deplezione del DNA mitocondriale sono la miopatica, che colpisce i muscoli scheletrici; l'epatopatica che interessa il fegato e l'encefalomiopatica, che riguarda muscoli e cervello, come nel caso di Indi Gregory. In taluni casi la sindrome ha effetti trasversali, dunque può esserci anche la forma epatocerebrale e quella che coinvolge anche il cuore e/o i reni, come nel caso del piccolo Charlie Gard, un bimbo britannico il cui caso balzò agli onori della cronaca internazionale come quello di Indi Gregory. In questo caso la battaglia legale tra i genitori e i medici del Great Ormond Street Hospital si concluse con lo spegnimento delle macchine che decretò la morte del piccolo a 10 mesi di vita.

I sintomi e le cause della MDS

Poiché viene intaccata la fonte energetica dell'organismo, le MDS comportano una sintomatologia ampia e variegata, che spazia dalla debolezza muscolare all'ipotonia, passando per il ritardo nello sviluppo, difficoltà ad alimentarsi e problemi di accrescimento. Altri sintomi segnalati da Orpha.net sono motilità gastrointestinale alterata, neuropatia periferica, acidosi lattica neonatale letale associata ad aciduria metilmalonica, atassia spastica e sindrome di Alpers.

La debolezza muscolare progredisce velocemente coinvolgendo anche l'apparato respiratorio e determinando un'insufficienza, che può essere contrastata soltanto con la ventilazione artificiale. Le insufficienze possono riguardare anche i reni e il fegato. I bimbi colpiti da MDS spesso trascorrono gli ultimi mesi attaccati a macchinari fondamentali per tenerli in vita, a causa dell'estrema aggressività della sua forma di MDS. Molto spesso i pazienti muoiono prima dei due anni di vita a causa di complicazioni, principalmente infezioni polmonari.

Per quanto concerne le cause, la sindrome da deplezione del DNA mitocondriale è legata alle mutazioni di diversi geni; tra essi il TK2 nella forma miopatica, il SUCLA2 in quella encefalomiopatica e DGUOK, POLG e MPV17 per quella epatopatica. Come indica la Fondazione Telethon, le mutazioni che causano le MDS riguardano geni nucleari, pertanto le modalità di trasmissione "sono quelle tipiche di questi geni (eredità mendeliana)" e possono essere coinvolti sia la madre che il padre. "Le mutazioni sono generalmente recessive, quindi perché la malattia si manifesti entrambe le copie del gene devono essere mutate, mentre i portatori sono sani", spiega la fondazione.

Le terapie palliative di una malattia incurabile

La sindrome da deplezione del DNA mitocondriale è una patologia incurabile; ad oggi esistono soltanto trattamenti per tenere a bada i sintomi, molti dei quali altamente sperimentali. Nel caso di Charlie Gard i genitori speravano di poter curare il proprio figlio con una di queste costosissime terapie negli Stati Uniti, tuttavia la Corte europea ha deciso di accogliere il parere dei medici dell'ospedale britannico, secondo i quali in ogni caso si sarebbero solo prolungate l'agonia e la sofferenza del piccolo. È lo stesso motivo per cui l'Alta Corte del Regno Unito ha disposto lo spegnimento dei macchinari che tengono in vita Indi Gregory. La terapia sperimentale per eccellenza è chiamata ‘nucleoside bypass' e ha dato risultati incoraggianti in alcuni pazienti americani, tuttavia non in bimbi nelle gravissime condizioni in cui versano molti bambini colpiti da MDS, compresa la piccola Indi.

Ricordiamo che nell'Unione Europea viene definita malattia rara quella che colpisce cinque persone ogni diecimila, ovvero lo 0,05 percento della popolazione, tuttavia, tra le circa ottomila patologie ascrivibili a questa categoria, ve ne sono alcune con un'incidenza sensibilmente più bassa, come alcune forme della cosiddetta ‘Sindrome da deplezione del DNA mitocondriale'. Le tristi vicende di Charlie Gard e Indi Gregory hanno portato sotto i riflettori la sofferenza di chi è costretto a combattere contro malattie gravissime e incurabili, che a causa della scarsa incidenza e del conseguente mancato ritorno economico vengono spesso snobbate dalla ricerca scientifica.

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