Sesamo: un acceleratore di particelle per la pace in Medio Oriente
La pace in Medio Oriente passa per la scienza? Sono in molti a sperarlo con il progetto “Sesamo”, che per la prima volta metterà insieme scienziati dei diversi paesi della complessa regione mediorientale per svolgere esperimenti nella fisica delle particelle. Del resto, spesso i grandi programmi di cooperazione scientifica hanno favorito la distensione internazionale: fu così per il CERN, che agli inizi degli anni ’50 gettò le basi per la collaborazione dei diversi paesi europei – da poco usciti da una guerra fratricida – nello studio della fisica nucleare, e per la Stazione Spaziale Internazionale, frutto della partnership tra gli Stati Uniti e la Russia appena uscita dal tracollo dell’Urss. Ignorando le barriere politiche, scienziati di diversi paesi mediorientali da tempo rivali – come Iran e Israele – hanno lavorato e stanno lavorando per superare le ultime difficoltà nella realizzazione del progetto, che dopo un lungo studio di fattibilità è entrato nella sua operativa, con i lavori ormai avviati e l’avvio dei primi esperimenti programmato per i primi mesi del 2015.
La scienza come lingua franca – Nato negli anni ’90, il progetto Sesamo è oggi guidato da Sir Chris Llewellyn Smith, inglese, già direttore del CERN e convinto assertore della tesi per cui programmi di cooperazione scientifica possano contribuire alla distensione internazionale. “La scienza è una lingua franca”, spiega alla BBC. “Se possiamo parlarla insieme, probabilmente possiamo costruire ponti di fiducia che ci aiuteranno in altre aree”. All’inizio di novembre, l’ultima riunione tra gli scienziati e i tecnici che lavorano al programma e i rappresentanti dei rispettivi governi partner. Sul tavolo, i finanziamenti necessari per portare a termine i lavori. In un momento di forte crisi politica, con la nuova escalation in Palestina, la situazione sempre più critica in Siria, e le divergenze sul tema di Turchia, Iran e Israele – tre dei paesi membri del consorzio – molti osservatori avrebbero scommesso sul fallimento dei negoziati. Invece, il meeting è stato tranquillo e alla fine i soldi sono usciti fuori: non tutti quelli richiesti, ma abbastanza per continuare i lavori per il prossimo anno e mezzo.
Arginare la fuga dei cervelli – La verità è che avere una grande infrastruttura di ricerca scientifica è un obiettivo anche politico. Sono circa 60 gli acceleratori di particelle in giro per il mondo, questo sarebbe il primo in Medio Oriente. Nulla a che vedere con l’LHC di Ginevra né con i grandi acceleratori statunitensi, come il Tevatron. Il progetto costa diverse decine di milioni di dollari, un ordine di grandezza significativamente inferiore ai programmi europei e americani. Ma permetterebbe agli scienziati mediorientali di restare a lavorare nella loro regione, riducendo la fuga dei migliori cervelli all’estero, in Occidente. Utilizzando il sincrotrone, gli scienziati lavoreranno nel campo della fisica delle particelle, della medicina nucleare, della biologia e anche dell’archeologia. Nell’ultimo meeting, Israele, Iran, Giordania e Turchia hanno messo sul tavolo cinque milioni di dollari ciascuno, mentre altrettanti saranno garantiti dall’Unione europea tramite il CERN per mettere a disposizione del sincrotrone il sistema magnetico necessario per accelerare le particelle nei lunghi tubi circolari.
Un successo politico, prima che scientifico – Il nome non è scelto a caso. “Sesamo”, in originale Sesame, sta per “Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East”, ma è anche un omaggio alle Mille e una notte, dove Ali Babà apre la caverna dei tesori con la formula magica “apriti, sesamo”. Analogamente, il sincrotrone aprirà agli scienziati mediorientali le porte di un mondo segreto ricco di tesori. Per molti, il tesoro più grande non è però di natura scientifica. Il progetto Sesamo è infatti già un successo: mettere insieme centinaia di scienziati provenienti da paesi tra loro rivali dimostra che in ambito scientifico è possibile ignorare le diffidenze politiche. Iran e Pakistan non hanno rapporti diplomatici con Israele, così come Cipro non li ha con la Turchia, mentre le relazioni tra Iran e Israele e tra quest’ultimo e la Palestina sono ben poco amichevoli. Eppure, ora lavorano tutti gomito a gomito per portare a termine i lavori del sincrotrone. Per alcuni di loro, è stata la prima occasione di incontrare persone di nazioni "nemiche". E hanno scoperto che anche loro parlano la stessa lingua: quella della scienza.