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Scoperti i più grandi campi magnetici dell’Universo: si estendono per 6 milioni di anni luce

Gli immensi campi magnetici sono stati intercettati dal radiotelescopio Effelsberg e si estendono per diversi milioni di anni luce. Sarebbero generati dalle collisioni tra ammassi galattici a 2mila chilometri al secondo.
A cura di Andrea Centini
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Astrofisici tedeschi del Max Planck Institute (Monaco di Baviera) hanno scoperto e misurato i più estesi campi magnetici dell'Universo, prodotti a loro volta dalle più grandi strutture astronomiche conosciute, i cosiddetti ammassi di galassie, che si formano attraverso la ‘fusione' di più corpi galattici catalizzata dalle forze gravitazionali. I campi magnetici sono stati intercettati grazie al radiotelescopio Effelsberg, uno strumento operativo sin dai primi anni '70 e punta di diamante della ricerca astronomica sino all'inaugurazione dell'enorme Green Bank americano, avvenuta nel 2000.

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Il campo magnetico attorno all'ammasso CIZA J2242+53, noto anche col nome di ‘salsiccia': credit Max Planck Institute

Sito nella Renania Settentrionale-Vestfalia, l'Effelsberg ha captato i segnali provenienti dagli ammassi galattici Ciza J2242 + 53, 1RXS 06 + 42, ZwCl 0008 + 52 e Abell 1612, determinando campi magnetici “estesi tra i 5 e i 6 milioni di anni luce”, come ha sottolineato l'autrice principale dello ricerca Maja Kierdorf. Secondo il team di studiosi tedeschi, i campi magnetici sarebbero generati dalle collisioni tra particelle cariche elettricamente, nubi di gas e altri elementi presenti negli ammassi galattici, che si fondono in un abbraccio di immense proporzioni.

Anche la nostra via Lattea non è immune da tale processo, e in base ai calcoli degli astrofisici in 3,75 miliardi di anni colliderà con la Galassia di Andromeda (M31), sita a circa 2,6 milioni di anni luce dalla Terra. Sebbene la collisione fra due galassie possa apparire come un evento altamente catastrofico, in realtà a causa dello spazio enorme che separa stelle e sistemi solari i rischi di impatto tra i singoli corpi celesti è assai remoto. Il team della Kiedorf ipotizza che i campi magnetici catturati dall'Effelsberg scaturiscano da collisioni che avvengono alla velocità impressionante di 2mila chilometri al secondo, ovvero 7 milioni di chilometri orari. I dettagli dell'affascinante scoperta sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Astronomy & Astrophysics.

[Immagine di skeeze]

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