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Scoperta la ‘rana di vetro’: è trasparente e il cuore che batte è visibile a occhio nudo

La nuova specie di rana è stata scoperta in tre distinte province dell’Ecuador, a un’altitudine compresa tra i 300 e i 360 metri. L’anfibio ha la pelle del ventre e del petto così sottile che sono ben visibili gli organi interni. La femmina cura le uova e il maschio le protegge dai predatori.
A cura di Andrea Centini
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Un team di cinque zoologi coordinati dall'Università San Francesco di Quito (Ecuador) ha scoperto una nuova specie di rana con caratteristiche davvero insolite. Appartenente alla famiglia delle Centrolenidae, un gruppo di anfibi noto col nome di “Rane di vetro” a causa della pelle traslucida del ventre, la Hyalinobatrachium yaku ha uno strato epidermico così sottile che estendendosi anche sul petto rende perfettamente visibili il cuore e i vasi sanguigni, oltre ad altri organi interni. La nuova specie risulta particolarmente interessante anche dal punto di vista etologico: gli studiosi, guidati dallo zoologo Juan M. Guayasamin, hanno infatti scoperto che la femmina si prende cura delle uova e i maschi proteggono la nidiata da eventuali predatori.

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Determinare che si trattava di una nuova specie non è stato affatto agevole, anche perché la conservazione dei campioni è complessa (perdono il pigmento nella formaldeide dopo breve tempo), così gli studiosi hanno dovuto utilizzare varie tecniche per la conferma definitiva: dall'analisi morfologica a quella delle vocalizzazioni, sino allo studio del DNA mitocondriale. La specie più affine a quella scoperta, il cui primo esemplare fu trovato nell'aprile del 2016, è la Hyalinobatrachium pellucidum, dalla quale si distingue per alcune macchie scure sul dorso e dalla fisionomia della testa, leggermente più larga del corpo. La rana di vetro è lunga appena 2 centimetri e la sua testa occupa il 37 percento del corpo; tutti gli esemplari sono stati trovati a un'altitudine compresa tra i 300 e 360 metri e in media erano distanti dall'acqua di trenta metri. Le caratteristiche vocalizzazioni si ripetono in media 9 volte in un minuto e sono composte da una singola nota.

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Il nome scientifico assegnato alla specie deriva dal termine “acqua” nella locale lingua Kichwa, ed è stato scelto perché si tratta di un elemento fondamentale per la sua sopravvivenza. Individuata in tre distinte provincie del Paese Sudamericano, ovvero Pastaza, Napo e Orellana, delle quali due a ben 110 chilometri di distanza, la rana risulta essere è già fortemente minacciata dai fattori antropici. I principali rischi derivano dalla distruzione delle foreste, dall'inquinamento dei fiumi e dall'isolamento delle popolazioni, che le attività di estrazione del petrolio e minerale avviate di recente nell'area stanno già innescando. Le informazioni sulla distribuzione della specie sono così scarse che la IUCN, per il momento, l'ha classificata col codice provvisorio relativo all'insufficienza di dati. Tutti i dettagli sulla Hyalinobatrachium yaku sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Zookeys.

[Foto di Jaime Culebras e Ross Maynard]

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