Scioglie il tumore con un ago incandescente: ecco la termoablazione mediante microonde
Presso l’Ospedale di Chioggia un paziente di 75 anni affetto da una grave lesione metastatica epatica è stato sottoposto ad un intervento di alta specialità che si è tenuto nelle sale operatorie di day surgery dell’ospedale. La tecnica innovativa utilizzata è quella della termoablazione mediante microonde, conosciuta anche come termoablazione percutanea, che permette di “sciogliere” il tumore in un’unica seduta, anche in ambulatorio, senza, in molti casi, aver bisogno di altri trattamenti di chemioterapia. Ma come funziona questa tecnica? E perché è così poco invasiva?
Quando parliamo di termoablazione percutanea, o termoablazione mediante microonde, ci riferiamo ad una procedura che permette di trattare il cancro (di solito al fegato, ai reni, ai polmoni, alla tiroide e alle ossa) quando è in fase precoce o di piccole dimensioni, ma anche quando difficilmente operabile o in fase di metastasi. La tecnica consiste nell’uso di calore generato da radiofrequenze o microonde che uccidono le cellule tumorali attraverso specifici elettrodi inseriti nella massa da distruggere. Qui le temperature superano i 60 gradi e in pochi minuti i tessuti vengono eliminati, senza dolore.
Nel caso del paziente di Chioggia, l’intervento è consistito in un’incisione di 2-3 millimetri che non ha avuto bisogno di sutura e che è durato solo 10 minuti. A proposito dell’intervento ha parlato il primario di Chirurgia dell'ospedale presso il quale è stato eseguito l'intervento, Salvatore Ramuscello, che ha spiegato che quello eseguito è un “nuovissimo trattamento che necessita di un generatore di microonde e di un terminale chiamato antenna che, mediante guida ecografica, viene inserita direttamente nella lesione”, qui, come dicevamo, grazie all’aumento rapido della temperatura “controllato e localizzato”, il tessuto malato viene distrutto in maniera non invasiva.