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“Scandalo” nell’Antico Egitto: le mummie di animali sono dei falsi

Le indagini a raggi X hanno svelato che un terzo delle mummie zoomorfe non hanno mai contenuto i resti di un animale. Come è possibile ciò?
A cura di Nadia Vitali
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Tra i reperti che gli Antichi Egizi hanno lasciato alla posterità rientrano anche una impressionante quantità di mummie animali: si tratta di creature (gli esperti pensano oltre 70 milioni in totale) che, nel corso della storia millenaria della civiltà, vennero avvolte in bende esattamente come accadeva agli esseri umani defunti e sepolte in apposite tombe. Tra gli animali così ridotti troviamo gatti, diverse specie di uccelli, coccodrilli, toporagni. Un bestiario che, però, oggi scopriamo essere per una buona parte completamente falso.

Oltre 800 mummie (di cui un terzo è falso)

Ad accorgersene sono stati un gruppo di radiografi ed egittologi del Manchester Museum e dell’università di Manchester che hanno collaborato per svelare questo mistero dell’antichità; il progetto è stato seguito e documentato dalla BBC per un documentario. Grazie alle più recenti tecnologie di ambito medico per l’imaging, sono state analizzate oltre 800 mummie rimosse da diverse sepolture in cui avevano riposato per secoli tra il XIX e il XX secolo. Nel corso del loro lavoro, i ricercatori si sono accorti che molte di quelle mummie animali erano del tutto vuote. La dottoressa Lidija Mcknight, a capo del lavoro, ha osservato: «Abbiamo sempre saputo che non tutte le mummie animali contenevano quello che ci aspettavamo ci fosse al loro interno, ma ci siamo resi conto che circa un terzo di esse non contiene alcun residuo di materiale animale, e quindi alcun resto osseo».

Tracce di animali

Per guardare oltre quelle bende, senza danneggiare in alcun modo i reperti, è stato necessario ricorrere ai raggi X e alla tomografia computerizzata. Grazie a questi strumenti è stato così possibile vedere, ad esempio, che una delle cinque mummie di coccodrillo nel Nilo analizzata era in realtà composta da otto cuccioli di coccodrillo. Per lo più, però, nei casi di falso si è riscontrata la presenza di materiale organico come fango, ramoscelli e canne che, probabilmente, provenivano dai dintorni del luogo di lavoro dell’imbalsamatore che aveva prodotto l’oggetto. Ma al loro interno c’erano anche gusci d’uovo, penne o pezzi del nido: elementi che venivano usati – pensano i ricercatori – in assenza di altro e perché comunque ritenuti speciali in quanto essi stessi erano stati parte dell’animale o vicini ad esso.

Mummie votive

Sappiamo bene che gli Antichi Egizi avevano un rapporto particolare con l’oltretomba e che erano soliti imbalsamare i cadaveri dei defunti per assicurare loro la vita nell’aldilà. Valeva la stessa regola per gli animali? Naturalmente no. La mummificazione di queste creature aveva un fine diverso, anche se legato strettamente alla sfera religiosa. Un rito prevedeva che chi volesse fare il proprio voto acquistasse un animale imbalsamato tramite baratto e che la creatura venisse successivamente sepolta da un sacerdote in un sito dove erano presenti animali della stessa specie. Una trentina di catacombe sono state scoperte in Egitto completamente riempite da milioni di animali imbalsamati, ciascuna dedicata ad una singola creatura: gatti, cani, ibis, scimmie, coccodrilli.

Ma non era un truffa

Un vero e commercio su scala industriale che, in quanto tale, richiedeva animali giovani e piccoli da allevare, sacrificare e trattare. E proprio questo potrebbe essere all’origine della misteriosa scoperta. Si può verosimilmente ipotizzare – sostengono gli esperti – che i lavoratori di questo settore faticassero a stare dietro alle richieste dei pellegrini e che, quindi, si arrangiassero come potevano. In ogni caso è altrettanto probabile che gli stessi devoti sapessero che, all'interno delle piccole mummie, non ci fosse un animale completo: insomma, non doveva trattarsi di una vera e propria truffa!

[Immagine: mummie egizie di animali presso il British Museum, foto di Mario Sánchez via Wikimedia commons]

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