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Rendere il mare potabile, la sfida al sale per fermare la Guerra dell’Acqua

Che cos’è la Guerra dell’Acqua? Le nuove tecnologie riusciranno ad evitare la crisi? Ecco perché ‘berci’ il mare è migliore speranza che abbiamo per il nostro futuro sempre più arido.
A cura di Zeina Ayache
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Ogni giorno 4.500 bambini muoiono perché non hanno accesso a fonti di acqua pulita. Ogni anno muoiono 3,5 milioni di persone per malattie legate all'acqua. 2,4 miliardi di persone soffrono per l'assenza di strutture igienico-sanitarie adeguate. 700 milioni di persone vivono ogni giorno in zone senza servizi igienico-sanitari sicuri. Il 40% della popolazione mondiale sta affrontando il problema della scarsità dell'acqua: entro il 2025 il dato salirà al 66%. Il mondo ha sempre più sete, ma c'è sempre meno acqua potabile. Dobbiamo davvero prepararci ad una Guerra dell'Acqua? Come possiamo intervenire?

La chiamano Guerra dell'Acqua e in alcune parti del mondo è già iniziata: si calcola infatti che in un futuro neanche troppo lontano una grande fetta della popolazione mondiale non avrà accesso all'acqua potabile. Attualmente non hanno accesso a questa risorsa:

  • 319 milioni di persone nell'Africa Sub-Sahariana (32% della popolazione)
  • 554 milioni di persone in Asia (12,5% della popolazione)
  • 50 milioni di persone in America Latina (8% della popolazione).

Tra le cause di questa assenza si citano sia il riscaldamento globale, responsabile della siccità e degli sbalzi climatici che non permettono il regolare flusso delle piogge, sia il consumismo, ogni anno infatti cresce sempre di più la richiesta di acqua da parte nostra, dall'uso domestico all'agricoltura.

Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

A livello internazionale la politica è quella da un lato di ridurre gli sprechi onde evitare di prosciugare le fonti di acqua nel sottosuolo a nostra disposizione, dall'altro di pensare a metodi alternativi per ottenere acqua potabile. Tra questi c'è la dissalazione del mare. Cosa significa? In alcuni Paesi, come Arabia Saudita, Canarie, Singapore, Caraibi, Israele e Australia, la dissalazione delle acque saline e salmastre è già realtà. Qui infatti la scarsità della risorsa più importante per la nostra salvezza ha fatto sì che si trovassero nuove tecnologie.

Ci berremo il mare

Quando diciamo che in futuro “ci berremo il mare” intendiamo che attraverso uno specifico processo è possibile ottenere acqua potabile priva di parte del sale marino: ma non completamente priva, alcuni sali sono fondamentali sia a livello sanitario, sia a livello salutare e sia a livello di gusto. L'acqua che beviamo contiene infatti sali.

Come togliere il sale dal mare

Per riuscire ad ottenere acqua potabile, esiste un procedimento chiamato “osmosi inversa” o “iperfiltrazione” che, grazie alla pressione osmotica che ‘spinge' l'acqua salata attraverso una membrana, otteniamo acqua filtrata potabile. Nulla di nuovo, abbiamo praticamente preso ad esempio ciò che madre natura fa da tempo e lo abbiamo trasformato in una tecnologia che però richiede l'energia sufficiente per esercitare la pressione necessaria per ottenere il prodotto finale.

Oggi abbiamo la tecnologia per evitare una crisi dell'acqua, ma, come spesso accade, sono necessari grossi investimenti per poterne godere. Insomma, forse per coloro che vivono nella parte del mondo più ricca la Guerra dell'Acqua resterà un problema degli ‘altri', i più poveri, quelli che già adesso non hanno accesso a questa fonte primaria.

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