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Quanto durano le cinque fasi del sonno negli adulti e nei bambini

Il sonno si divide nella fase Non Rem o Nrem, a sua volta costituita da 4 stadi, e nella fase Rem, cioè quella in cui si sogna, per un totale di cinque che formano il cosiddetto ciclo del sonno. La loro durata può variare nel corso della vita. Attenzione ai disturbi come l’insonnia e il pavor nocturnus.
A cura di Ida Artiaco
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Donna che dorme
Le 5 fasi del sonno negli adulti e nei bambini.

Dormire è una delle attività principali di ogni essere umano, rappresentando in media circa un terzo della nostra vita. Sono quasi 175mila le ore destinate al sonno, uno stato apparente di quiete fondamentale per il riposo dell'organismo, l'eliminazione delle tossine e il rafforzamento della memoria. Si tratta, infatti, di un processo fisiologico che coinvolge il sistema nervoso centrale e quello autonomo. La durata del sonno varia in genere tra le sette e le otto ore e si divide in due grandi fasi: quella Non Rem o Nrem (Non rapid eye movement), nota anche come sonno tranquillo e a sua volta divisa in altre quattro fasi, e quella Rem (Rapid eye movement), conosciuta anche come sonno attivo o paradossale. In totale, dunque, le fasi del sonno sono cinque. Ogni stadio può durare dai 5 ai 10 minuti. Un ciclo completo di sonno negli adulti è caratterizzato dalla progressione dalla fase uno alla fase quattro prima di arrivare a quella Rem, per poi ricominciare di nuovo.

Da cosa dipendono le 5 fasi del sonno?

Le fasi del sonno dipendono da cambiamenti specifici nell'attività cerebrale e corporea. La loro scoperta risale al 1953, quando gli studiosi Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman intuirono, grazie a particolari esami basati sul monitoraggio delle onde cerebrali come l'elettroencefalogramma, la presenza di movimenti oculari rapidi quando si è addormentati. Il che permise, qualche anno dopo, di scoprire la presenza di una fase in cui questi sono più frequenti (Rem) e di una invece in cui sono quasi del tutto assenti. Solo alla fine degli anni Sessanta avanzò il concetto della loro ciclicità e della divisione, a loro volta, in altri stadi, per un totale di cinque, che compongono il nostro sonno. Un ciclo completo di sonno dura all'incirca 100 minuti e si verifica per 4 o 5 volte per notte.

Quali sono e quanto durano le fasi del sonno?

Fase Non Rem (Nrem)

  • Stadio 1 (Addormentamento). E' questa la fase più leggera che permette il passaggio graduale dalla veglia al sonno. Dura in genere tra i 5 e i 10 minuti ed è caratterizzata dal rilassamento dei muscoli del corpo, dall'abbassamento della temperatura corporea e dal rallentamento del battito cardiaco. I movimenti degli occhi, che sono chiusi, sono non rapidi: ciò significa che l'attività cerebrale diminuisce lentamente. E' probabile che in questa fase si abbia la sensazione di cadere nel vuoto, il che può causare una contrazione muscolare;
  • Stadio 2 (Sonno leggero). La frequenza cardiaca continua a rallentare: il corpo si sta preparando a entrare nella fase del sonno profondo, in cui tutti i muscoli sono rilassati. A lavorare maggiormente è il sistema immunitario;
  • Stadio 3 (Sonno profondo). In questa fase, in cui siete completamente addormentati, i movimenti degli occhi sono praticamente assenti. Se si venisse svegliati in questo punto, si potrebbe avvertire un senso di disorientamento e confusione. I livelli metabolici sono molto lenti e le onde cerebrali ampie.
  • Stadio 4 (Sonno profondo effettivo). Questa è la fase più profonda del sonno ed è quasi impossibile svegliare una persona o svegliarsi. Gli occhi si muovono avanti e indietro in modo irregolare ma con le palpebre chiuse. E' molto importante perché in questi minuti l'organismo si rigenera, ripristinando le riserve metaboliche.

Fase Rem

La Fase Rem è quella in cui prevalentemente si sogna, o meglio quella di cui è più frequente ricordare cosa si sogna. Durante questo stadio il flusso sanguigno, l'attività cerebrale e la respirazione aumentano gradualmente. L'elettroencefalogramma dimostra come in questa fase, dalla durata variabile ma mai superiore ai 15 minuti, il cervello sia attivo come quando si è svegli. Ciò è confermato dal fatto che si consuma ossigeno e glucosio come se stesse compiendo una attività intellettuale. Per questo viene anche chiamata fase del sonno paradosso. Il che è testimoniato anche dai movimenti oculari che sono più rapidi. Una delle sue caratteristiche è che i muscoli delle gambe e della braccia attraversano un breve periodo di paralisi. Gli scienziati hanno provato a spiegare il fenomeno come risposta dell'organismo umano per proteggersi dai sogni. Se ci sveglia in questa fase si è completamente orientati senza pericolo di confusione. Il sonno Rem tende a diminuire con l'avanzare dell'età in favore del sonno Non Rem.

Sonno ipnopompico e ipnagogico

Lo stato che intercorre tra il sonno e la veglia, quindi che precede il risveglio, prende il nome di sonno ipnopompico. Viceversa, quello tra la veglia e il sonno, che precede le fasi del sonno, viene definito sonno ipnagogico. In entrambe queste fasi possono verificarsi fenomeni psichici sensoriali, che spesso possono essere avvertiti come reali. Questo fenomeno è noto anche come "allucinazioni ipnopompiche". Si può ad esempio avere l'impressione che qualcuno ci sta chiamando, oppure ci sta osservando mentre dormiamo. Si presentano a volte in associazione con la paralisi del sonno. La spiegazione scientifica di questo processo sono da ricercarsi nell'alterazione della secrezione di melatonina, un potente ormone, che raggiunge il suo apice durante la fase Rem.

Le fasi del sonno nei bambini

Nei bambini, sin da neonati, le fasi del sonno sono diverse rispetto a quelle degli adulti, di certo più brevi. Durano infatti circa 50 minuti, per questo è normale che si sveglino più frequentemente durante la notte, o ad ogni ora come avviene nelle prime settimane di vita, anche se complessivamente dormono in media 16 ore al giorno. Il 50% del tempo dedicato a dormire è occupato dalla fase Rem, che poi diminuisce pian piano con la crescita fino a rappresentare il 15% nei più grandi. Il ritmo sveglia/sonno è irregolare ma anche soggettivo, le esigenze variano da neonato a neonato, anche perché i vari cicli sono dettati da necessità di natura fisiologica come la fame e la sete. Il sonno si regolarizza verso i 6 mesi di vita, quando i piccoli riescono a dormire anche fino a sei/sette ore di continuo perché tende progressivamente a sincronizzarsi con l'ambiente esterno, orientandosi verso una veglia più prolungata di giorno ed un sonno più duraturo di notte. E' però anche più facile per loro venire disturbati durante il riposo notturno. Tra i motivi più frequenti, ci sono gli incubi, il cosiddetto pavor nocturnus e il sonnambulismo.

Quando svegliarsi dal sonno?

Come abbiamo visto, a seconda delle varie fasi delle vita, cambia anche il fabbisogno di ore trascorse a dormire: fino ai 13 anni bastano almeno 10 ore, dai 19 ai 25 anni 8 ore, poi diminuiscono progressivamente con l'aumentare dell'età. Svegliarsi dopo aver riposato il giusto può essere di certo una carica importante per affrontare al meglio la giornata successiva. E' possibile essere poi svegliati improvvisamente a causa di alcuni disordine che prendono il nome di parasonnie: tra questi ci sono il sonnambulismo e il sonniloquio, molto frequente anche nei più piccoli. Se si ha parecchio sonno arretrato, cioè non si dorme abbastanza, il nostro sistema nervoso potrebbe venire compromesso, con la manifestazione di allucinazioni e sbalzi d'umore.

Attenzione, dunque, ai disturbi del sonno, come l'insonnia e le apnee notturne, che possono diventare delle vere e proprie patologie se non curate subito e bene. La diagnosi di queste condizioni passano prima di tutto attraverso una attenta anamnesi medica e psichiatrica, quindi parlatene con il vostro medico di fiducia o con uno specialista del sonno, come i neurologi presenti anche nei centri di medicina del sonno. Per individuarli, si fa spesso ricorso anche alla polisonnografia, cioè la registrazione strumentale di una notte di sonno, che fornisce dati sul sonno, sulla sua struttura, sui livelli di ossigeno e sul ritmo cardiaco. In genere la si utilizza quando si ha il sospetto di apnee notturne o di contrazioni muscolari involontarie e non per semplice insonnia cronica.

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