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Quando l'uomo addomesticò il cane

In Siberia, nella grotta di Razboinichya, venne rinvenuto negli anni ’70 il fossile di un cane vissuto 33000 anni fa: secondo recenti studi la sua esistenza proverebbe che il processo di domesticazione dell’animale in quel tempo era già iniziato.
A cura di Nadia Vitali
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In Siberia venne rinvenuto negli anni '70 il fossile di un cane vissuto 33000 anni fa: la sua esistenza proverebbe che il processo di domesticazione in quel tempo era già iniziato.

È il cane più anziano della storia, visse 33 000 anni orsono in Siberia e i suoi resti fossili vennero alla luce negli anni ’70 nel corso di una campagna di scavo condotta sui Monti Altai della Siberia; ma, soprattutto, è la prova per gli scienziati che il processo grazie al quale l’uomo addomesticò questo animale, creando quello che sarebbe divenuto il suo migliore amico per antonomasia, sarebbe avvenuto assai prima di quanto si era creduto fino ad ora.

Il luogo del rinvenimento era la grotta di Razboinichya, un antro che presumibilmente, migliaia di anni fa serviva da rifugio temporaneo a cacciatori e raccoglitori, come testimoniano i resti di fuochi e di ossa di animali bruciate, trovate sullo stesso strato del canide. Quest'ultimo, probabilmente, accompagnava in qualità di animale domestico quegli uomini così lontani da noi ed è morto in quella spelonca il cui ambiente, caratterizzato da temperature assai rigide e da un terreno particolarmente favorevole alla conservazione dei resti, ne ha serbato le ossa.

Il cane di Razboinichya era l'esemplare di una razza la cui domesticazione era ancora all’inizio: aveva infatti i denti pronunciati di un lupo ed altri aspetti della sua morfologia rimandavano all’animale selvaggio. Confrontandolo con i resti di un antico cane vissuto 26 000 anni fa, con lupi moderni ed antichi e con cani domestici, gli archeozoologi ne hanno riscontrato una vaga somiglianza con il Samoiedo; tuttavia, il fatto che non abbia praticamente nulla in comune con le razze canine russe fa affermare agli scienziati, con una certa sicurezza, che la stirpe di questo cane si sia estinta e, dunque, i suoi eredi non siano giunti fino ai nostri tempi.

In Siberia venne rinvenuto negli anni '70 il fossile di un cane vissuto 33000 anni fa: la sua esistenza proverebbe che il processo di domesticazione in quel tempo era già iniziato.

Il processo di domesticazione, infatti, necessita di tempi lunghi per poter essere condotto a termine ma anche di un luogo stabile con cui i lupi possano prendere familiarità e le glaciazioni potrebbero aver costituito la causa della fine della razza del cane di Razboinichya: gli uomini del tempo, cacciatori e raccoglitori, si videro costretti a spostarsi in cerca di risorse, giocando così un ruolo determinante nel destino di questo animale, scomparso, con tutta probabilità, anche assieme ad altre razze già evolutesi.

Tuttavia, se la sua progenie non ha potuto beneficiare della gloria del tempo, quanto meno quello che è rimasto di lui sotto forma di resti fossili, fa ancora parlare di sé studiosi ed appassionati, donando nuove informazioni sulla nostra antichissima storia. Se, infatti, il forte legame che intercorre tra cane e uomo è testimoniato a partire da 14 000 anni fa, il cane di Razboinichya ha permesso di retrodatare l'inizio di questo rapporto a diverse migliaia di anni prima; al termine della glaciazione che ebbe luogo tra 26 000 e 19 000 anni fa si sarebbe definitivamente saldato quel legame indissolubile, cominciato più di 10 000 anni prima, tra l'uomo ed il suo animale preferito, stando a quanto sostiene Susan Crockford, zooarcheologa dell'Università di Victoria in Canada e coautrice dello studio, pubblicato su PLoS ONE. (fonte National Geographic)

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