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Quando Capodanno non era il 1° gennaio

Non tutte le culture festeggiano il capodanno nello stesso giorno: ma anche nel mondo cristiano e occidentale, in passato, le date dell’inizio dell’anno spesso non coincidevano.
A cura di Nadia Vitali
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La data che segna l’inizio del nuovo ciclo annuale è naturalmente frutto di una convenzione ma, come molte altre usanze e consuetudini che scandiscono il nostro tempo e i nostri calendari, affonda le radici in più antiche tradizioni che si sono trasmesse nel corso dei secoli fino ad assumere carattere immutabile o quasi. Basti pensare, a dimostrazione di ciò, a quanti sono i capodanni che non cadono il 1° di gennaio nelle culture diverse dalla nostra. Per quanto riguarda però il mondo occidentale è bene ricordare che, effettivamente, la scelta di far principiare l’anno proprio nel freddo mese di gennaio, a poca distanza dal solstizio invernale, è assai antica e ci riporta fino ai nostri più illustri antenati.

Giano bifronte

Nella Roma antica il mese di Gennaio, Mensis Ianuarius, era consacrato a Giano, il dio preposto agli inizi nel senso più ampio che questo termine può indicare: tale associazione tra la divinità ed il mese era stata voluta dalla riforma del calendario tradizionalmente attribuita a Numa Pompilio, il quale aggiunse gennaio e febbraio ai dieci mesi già presenti. La successiva riforma giuliana nel 46 a. C. fece di Ianuarius il primo mese dell’anno: del resto, a chi votarsi, se non a Ianus, per cominciare il nuovo ciclo sotto i migliori auspici? Con il suo doppio volto, che può guardare ai tempi che verranno e a quelli che furono, Giano presiedeva a tutti i passaggi: sia quelli fisici, come soglie di case ed archi, sia quelli immateriali che potevano essere l’inizio di una nuova impresa, di una guerra, la vita nascente e tutto quello che segnava uno spartiacque tra il prima e il dopo.

Questione di Calendari

Di Giano ci resta ancora qualcosa nel nome stesso del nostro mese di gennaio: eppure i secoli che seguirono il declino dell’Impero Romano e quindi tutta l’età Medioevale, con l’uso del calendario giuliano, non videro le celebrazioni per il capodanno unite nel medesimo giorno; in alcuni casi potevano aversi divergenze anche tra Paesi estremamente vicini. Per fare qualche esempio, il calendario bizantino fissava l’inizio dell’anno il 1° di settembre; seguendo tale scansione, anche molte aree della penisola italiana fissavano il capodanno in quella data. A Milano, invece, l’anno iniziava con la nascita di Cristo, il 25 di dicembre; a Venezia il tempo del nuovo anno veniva contato a partire dal 1° di marzo, proprio come il calendario romano più antico, precedente alla riforma giuliana. Pisa e Firenze, secondo il cosiddetto stile dell’Incarnazione, iniziavano con il 25 di marzo, mentre la Francia ricorreva allo Stile della Pasqua, facendo coincidere la data della Pasqua con il Capodanno: alquanto scomodamente, dal momento che Pasqua è una festa mobile e, quindi, ogni anno aveva inizi e durate differenti.

L’introduzione del calendario gregoriano nel 1582, intervenuto per fermare la progressiva regressione dell’equinozio causata da un’imperfezione in quello giuliano, non comportò l’immediato allineamento di tutti i capodanni. Fu necessario attendere fino alla fine del XVII secolo quando venne scelta la data del 1° gennaio secondo lo “stile della Circoncisione” che veniva utilizzato dalla Cancelleria Pontificia e che, presumibilmente, altri non era se non il giorno di inizio dell’anno del calendario giuliano. In ogni caso, il calendario liturgico di alcune chiese ortodosse segue ancora quello giuliano, celebrando il capodanno il 14 di gennaio.

Culture a confronto

Nonostante, dunque, il 1° gennaio sia ormai da un pezzo il giorno che apre l'anno nuovo, quanto meno in Europa e nel mondo cristiano, non sono mancati in passato anche tentativi di modifica (per lo più di brevissima vita) ad opera, ad esempio, della Prima Repubblica francese (1792 – 1804) o durante la dittatura in Italia, quando il 28 ottobre si celebrava l'inizio del nuovo anno dell'era fascista. Altra cosa ben diversa sono i capodanni presso le altre culture che cadono comprensibilmente in date diverse dalla nostra: uno tra i più noti è certamente il capodanno cinese che si rifà al calendario lunisolare e, quindi, può variare ogni volta di circa 29 giorni; coincide con la seconda luna nuova dopo il solstizio invernale. Il capodanno islamico, invece, si rifà totalmente al calendario lunare il che fa in modo che possa cadere in qualunque giorno dell'anno secondo il calendario gregoriano. In Iran, e non solo, il nuovo anno inizia il 21 di marzo, secondo una tradizione antichissima che affonda le sue radici nel mondo pre-islamico zoroastriano, facendo così coincidere la rinascita della natura con il nuovo anno. Quale migliore augurio se non quello di fiorire come un arbusto dopo il freddo inverno?

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