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Qualcosa di strano tra gli anelli di Saturno

Una parte dell’anello A è risultata essere più calda del previsto: e questo ha consentito agli scienziati di avanzare ipotesi sulla sua composizione.
A cura di Nadia Vitali
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NASA/JPL/Space Science Institute
NASA/JPL/Space Science Institute

Quando venne scattata questa foto era l'agosto del 2009 e gli scienziati della missione Cassini ebbero così la possibilità di osservare "da vicino" un equinozio su Saturno: fu un evento decisamente straordinario, soprattutto se si calcola che sul Pianeta gli equinozi si verificano, sì, due volte all'anno, ma con un anno della durata pari a 29 di quelli terrestri! Si trattò, quindi, di una grande opportunità per la sonda nata dalla collaborazione tra NASA, ESA  e Agenzia Spaziale Italiana per rivelare interessanti dettagli relativi alla natura del complesso sistema di anelli.

Cosa c'è tra gli anelli?

Piccoli mutamenti, insolite ombre e strutture ondulate, vennero registrati all'epoca: adesso in uno studio recente, pubblicato dal giornale Icarus, un gruppo di scienziati della missione Cassini riporta alcune precisazioni relative ai dati raccolti in quell'occasione.

Pare, infatti, che una regione degli anelli abbia subito un leggero innalzamento di temperatura nel corso dell'equinozio: un effetto inatteso che, però, può essere fondamentale per aprire una finestra di osservazione unica sulla struttura interiore delle particelle che compongono gli anelli del Pianeta. Gli scienziati – spiegano – sanno molto poco sulla composizione di tali particelle, nulla che vada al di sotto di 1 millimetro della loro superficie: ma il fatto che una parte degli anelli fosse meno fredda del previsto ha consentito di elaborare un modello su come potrebbero essere più in profondità.

Le stagioni di Saturno

Gli scienziati hanno condotto un dettagliato lavoro per analizzare come le particelle degli anelli con diverse strutture vengono riscaldate e raffreddate durante le stagioni di Saturno. Esaminando le informazioni raccolte grazie al Composite Infrared Spectrometer di Cassini durante  i pochi giorni dell'equinozio, i ricercatori hanno comparato i dati relativi alla temperatura con i modelli che tentavano di descrivere le proprietà delle particelle; i quali prevedevano per una larga sezione che gli anelli si sarebbero dovuti raffreddare, all'avanzare del buio. Il problema è che una parte della struttura anulare, all'esterno dell'anello principale denominato A, risultava essere più calda, soprattutto nella parte centrale.

Rappresentazione artistica dell'"anellone" che circonda gli anelli di Saturno (NASA/JPL/Space Science Institute)
Rappresentazione artistica dell'"anellone" che circonda gli anelli di Saturno (NASA/JPL/Space Science Institute)

Studi condotti in precedenza grazie agli stessi dati di Cassini avevano già dimostrato che le particelle ghiacciate risultano soffici all'esterno, proprio come neve fresca: il materiale esterno, chiamato regolite, è il risultato dei piccoli impatti che polverizzano la superficie di ciascuna particella. Le indagini del gruppo hanno suggerito che la migliore spiegazione del fenomeno riguardante l'anello A e le sue temperature all'equinozio è che esso sia composto in gran parte di particelle di ghiaccio solido grandi circa un metro, ricoperte da un sottile strato di regolite.

Un anello giovane?

Una concentrazione sorprendente alta di ghiaccio solido e denso che, spiegano gli esperti, è del tutto inaspettata: le particelle, infatti, solitamente si allargano e si distribuiscono. Cosa ha portato queste specifiche a concentrarsi tutte nella stessa area? Forse in quella zona deve esserci stata una Luna, almeno negli ultimi cento milioni di anni, distrutta da un impatto: i suoi detriti sono ancora confinati lì. Oppure gli scienziati propongono una spiegazione alternativa: i detriti possono spostarsi all'interno degli stessi anelli, prendendo poi precise posizioni dove restano in maniera stabile.

Ipotesi affascinanti perché, in ogni caso, sembrano suggerire che una parte dell'anello A sia particolarmente più giovane rispetto al resto del sistema, mentre altri anelli potrebbero essere coetanei dello stesso Saturno.

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