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Qual era il vero volto di Gesù?

La ricostruzione di un antropologo forense britannico ci restituisce un’immagine molto diversa da quella a cui ci ha abituato l’iconografia.
A cura di Nadia Vitali
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Il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca (1445), particolare
Il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca (1445), particolare

Dai dipinti e gli affreschi che adornano le nostre Chiese fino al piccolo bambinello che mettiamo nel presepe il 25 di dicembre: l’aspetto di Gesù che siamo abituati a conoscere è quello di un individuo caucasico, dai capelli biondi (con tanto di barba, nel caso di raffigurazioni che lo ritraggono da adulto) e dalla pelle chiara come gli occhi. Eppure sappiamo molto bene che il territorio in cui nacque e visse l’uomo che avrebbe rivoluzionato la storia dell’umanità era quello mediorientale dove, in linea di massima, la popolazione doveva essere piuttosto differente.

Gesù tra i palestinesi

Se il Messia di cui narrano quattro Vangeli canonici (per non contare gli apocrifi) fosse stato così particolare nelle proprie fattezze, non è ragionevole pensare che se ne sarebbe trovata qualche traccia negli scritti e nelle descrizioni che lo riguardano? E ancora: che bisogno avrebbe avuto Giuda Iscariota di indicare con il celebre bacio il suo Maestro, se lui fosse stato tanto differente dagli altri discepoli? Insomma, tutto sembrerebbe lasciar pensare ad un Gesù molto simile agli altri abitanti della Galilea.

Ricostruire Gesù

Ma c’è qualche possibilità di ricostruire il volto di Gesù? Sicuramente negli anni ci hanno provato in molti (anche la polizia italiana), pur permanendo il problema principale di un’operazione del genere, legato all'assenza dello scheletro.

Si può quindi tentare la strada di approssimare sulla base dell’aspetto dei contemporanei di Gesù: ed è esattamente quello che ha fatto il britannico Richard Neave, esperto in ricostruzioni facciali forensi, in un lavoro conclusosi già diversi fa ma che di recente è tornato in auge dopo essere stato rilanciato da alcune note testate inglesi. Avvalendosi della collaborazione di alcuni archeologi israeliani, Neave ha ottenuto tre teschi appartenenti a persone vissute nella stessa epoca nell'area di Gerusalemme. Grazie alla tomografia computerizzata ha creato sezioni tridimensionali dei teschi per rivelarne la struttura; questo ha consentito al programma del computer di generare un modello di volto con precise caratteristiche.

Barba e capelli

Non ci sono descrizioni dell'aspetto di Gesù nella Bibbia ma per particolari come la lunghezza dei capelli e la presenza della barba, ci si è serviti delle conoscenze relative alla cultura del tempo e del luogo: ad esempio, nonostante le opere d'arte sembrino suggerire il contrario, è verosimile che i capelli di Gesù fossero corti, dato che San Paolo sostiene che sia indecoroso per un uomo farsi crescere i capelli, nella prima lettera ai Corinzi. È inoltre plausibile che avesse la barba, in accordo con la tradizione giudaica.

I dati storici hanno anche consentito di risolvere problemi relativi ad altezza e peso: a partire dagli scheletri, gli archeologi hanno stabilito che la costituzione di un maschio semita di quel tempo prevedeva un'altezza media di circa un metro e mezzo ed un peso di poco meno di 50 chili. Considerando l'età di trent'anni e il fatto di aver trascorso molte ore a lavorare all'aria aperta, il giovane Gesù doveva essere piuttosto muscoloso ed avere la pelle segnata dal sole bruciante del Medio Oriente.

Decisamente differente dall'immagine che ci hanno restituito le opere d'arte del passato.

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