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“Punture di insetto, ogni anno un milione di morti”

Il tema scelto dall’OMS nella Giornata mondiale della Salute è quello di una minaccia silenziosa che, in molte aree del mondo, risulta letale.
A cura di Nadia Vitali
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Più della metà della popolazione mondiale vive con il rischio di contrarre malattie come la malaria, la febbre dengue, la leishmaniosi, la malattia di Lyme, la schistosomiasi, la febbre gialla: zanzare, mosche, zecche ed altri animaletti, quasi invisibili, sono i potenti e feroci vettori che diffondono questi mali, contagiando ogni anno oltre un miliardo di individui e causando la morte di oltre un milione di persone. A questa tematica vasta e complessa è dedicata la Giornata Mondiale della Salute del 7 aprile 2014, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità con l'obiettivo di sensibilizzare su una minaccia seria e, in molti luoghi, in costante incremento.

Una minaccia crescente

La messa a punto degli insetticidi di nuova generazione, a partire dai primi anni '40, costituì la svolta fondamentale nel controllo delle malattie causate da puntura di vettori. Alla sintetizzazione del DDT (diclorodifeniltricloroetano) seguirono negli anni '50 e '60 la promozione di programmi di disinfestazioni su larga scala, con il risultato raggiunto di un maggiore controllo sugli insetti. Sul finire degli anni '60 buona parte delle malattie legate alle punture poteva non esser più considerata una preoccupazione di primaria importanza per la sanità pubblica, eccezion fatta per la malaria in Africa. La conseguenza di ritorno di quello che fu un passo significativamente positivo fu un progressivo calare delle risorse investite, la cessazione dei programmi di controllo e, in generale, un minor numero di specialisti del settore impiegati nelle unità sanitarie pubbliche.

Tanzania, 1955: una bambina raccoglie fiori il cui estratto servirà per realizzare il piretro, insetticida naturale noto fin dall'antichità. Furono gli insetticidi sintetici di seconda generazione a rivoluzionare l'approccio alle malattie da punture di insetto.
Tanzania, 1955: una bambina raccoglie fiori il cui estratto servirà per realizzare il piretro, insetticida naturale noto fin dall'antichità. Furono gli insetticidi sintetici di seconda generazione a rivoluzionare l'approccio alle malattie da punture di insetto.

Così, nelle ultime due decadi molti mali che si credevano quasi debellati sono ricomparsi silenziosamente ma con sempre più incisività, finendo inoltre per interessare aree geograficamente più vaste di quanto accadeva in passato: benché le concentrazioni maggiori continuino a farsi sentire nelle aree tropicali, le malattie causate da punture di insetto prendono sempre più l'aspetto di una minaccia globale, sia per quanto riguarda le persone colpite, sia per quanto riguarda le zone in cui si registrano i casi. I mutamenti climatici ed ecologici, l'innalzamento delle temperature, i modelli di sfruttamento dei territori e i sempre più rapidi e frequenti spostamenti di persone e beni stanno rendendo le malattie da punture di insetto un potenziale pericolo per la metà della popolazione mondiale, secondo il report pubblicato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il rischio maggiore evidenziato riguarda la Dengue, il cui vettore primario, la zanzara Aedes aegypti, è stato rinvenuto in più di venti Paesi europei: attualmente la febbre Dengue si profila sempre più come un serio problema emergente nella sanità pubblica, con un'incidenza crescente che negli ultimi cinquant'anni è aumentata di trenta volte, con i conseguenti costi umani ed economici. A questa situazione preoccupante si affiancano i dati che riguardano la prevenzione e il contrasto delle cause che provocano le malattie: attualmente molte specie di vettori mostrano una preoccupante resistenza a diverse classi di insetticida e la tendenza è chiaramente all'aumento. La perdita d'efficacia dei veleni potrebbe tradursi nella cancellazione di tutti i progressi fatti in passato contro la malaria ed altri disturbi. Si aggiunga a ciò la carenza di personale scientifico altamente specializzato, entomologi ed esperti nel controllo dei vettori, e di corsi di studio in Africa indirizzati su questo settore:

 «Un piccolo morso, un grande pericolo»

I vettori prosperano in particolari condizioni come acque stagnanti, ambienti malsani e sporchi: facile immaginare, dunque, come essi costituiscano un pericolo soprattutto per le fasce più miserabili delle diverse popolazioni, quelle abbandonate nella povertà e lasciate indietro nella corsa allo sviluppo. La malaria, i cui vettori sono le oltre sessanta specie di zanzare appartenenti al genere Anopheles, è soltanto la più tristemente nota e la più feroce. Ma altri killer, come la Dengue o la febbre gialla (portata dalle zanzare del genere Haemagogus), tendono a provocare eruzioni epidemiche che possono portare anche alla paralisi di un sistema sanitario. Il danno economico derivante da queste emergenze risulta ancor più massiccio se si considerano, oltre al milione di morti annuo, i danni causati dalle infezioni ai sopravvissuti. L'oncocercosi causa cecità, la chikungunya può provocare dolori articolari della durata di mesi, la malattia di Chagas (insetto vettore il Triatoma infestans, diffusa in America Latina) arresto cardiaco nei giovani, l'encefalite Giapponese può danneggiare in maniera permanente il sistema nervoso centrale; le filariasi linfatiche riguardano circa 120 milioni di individui al mondo, 40 dei quali sfigurati o resi disabili dalla malattia.

E si tratta soltanto di alcuni casi esemplari. La marginalità geografica che ha caratterizzato buona parte di queste malattie, benché come abbiamo visto non sia più un dato assoluto, continua tuttavia a renderle oggetto di interesse molto scarso da parte dei governi: lontani i tempi dei programmi di disinfestazione di massa, la minaccia rischia però di diventare sempre più incisa e di coinvolgere tutto il globo. Da qui l'attenzione rivolta in questa giornata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, per un rischio ingiustamente sottostimato ma con il quale potremmo essere presto costretti a confrontarci.

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