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Protetto da 46 anni, il lupo oggi è in pericolo: perché l’abbattimento è sbagliato

In Italia il lupo non è più protetto: il Piano di Conservazioni prevederà l’uccisione, al massimo, del 5% degli esemplari presenti sul nostro territorio. Ecco cosa rischiano questi animali e perché il loro abbattimento è dannoso.
A cura di Zeina Ayache
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La Conferenza Stato-Regioni ha fatto un passo in avanti verso l’approvazione del Piano di conservazione del lupo che potrebbe modificare le sorti di questa specie animale e che verrà però definito il prossimo 2 febbraio in sede politica. Ma cosa prevede questo Piano? E perché potrebbe rappresentare una minaccia per il lupo? Vediamolo insieme.

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Iniziamo subito con lo specificare che il Piano di Conservazione del Lupo è pensato per agevolare la convivenza tra questo animale, gli allevatori e gli animali negli allevamenti. Se da un lato la politica degli ultimi 46 anni è stata quella di preservare questa specie, dall’altro la crescita dei branchi, unita all’espansione dell’uomo sul territorio (che ha ridotto l’habitat dei lupi) e alla presenza di allevamenti ha reso la coesistenza più complicata. Cosa fare dunque?

La risposta politica più semplice è stata quella dell’abbattimento selettivo. Si tratta della scelta di uccidere al massimo il 5% dei lupi presenti sul nostro territorio “previo un piano regionale approvato dal Ministero dell’Ambiente”. La misura che prevede questa opzione controversa è la 22 e le critiche non si stanno facendo attendere.

Le altre misure previste, quelle che dovrebbero precedere l’abbattimento, implicano l’utilizzo di recinzioni speciali (elettrificate che allontanano i lupi senza ferirli e preservano gli animali nei recinti) e rimborsi più rapidi in caso di danni provocati dal lupo. A queste misure possiamo aggiungere anche quella più antica, e forse la più efficace: i cani guardiani del gregge, quei cani cioè che non attaccano gli animali degli allevamenti, ma che riescono ad allontanare i lupi.

Perché si è scelto di permettere l’abbattimento?

Secondo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti “in certe zone la presenza del lupo è diventata un rischio per le attività agricole. Ci sono attività che chiudono per la presenza dei lupi”. E non solo, a sentire il ministro questa scelta sarebbe stata fatta anche in favore dei lupi stessi: “Se non facciamo questo, il bracconaggio diventerà lo strumento di tutela degli agricoltori. E allora davvero la sopravvivenza del lupo sarà a rischio”. Ad oggi comunque quello del bracconaggio è già un problema visto che i lupi muoiono più che in passato e il 20% di loro ogni anno viene abbattuto illegalmente.

Perché l’abbattimento è inutile?

Il vero problema dell’uccisione dei lupi è legato al fatto che non è possibile pensare ad una selezione degli esemplari perché ognuno di loro ha un ruolo specifico nel gruppo e la sua eliminazione potrebbe rappresentare un rischio per la sopravvivenza di tutto il branco, così come potrebbe stimolare i comportamenti predatori e le aggressioni.

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