16 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Perché l’essere umano dorme meno rispetto agli altri animali?

Quante volte avete invidiato il vostro cane che può dormire tutto il giorno? Secondo la scienza non è la vita quotidiana a impedirci di dormire tanto, ma è il nostro stesso metabolismo che, ottimizzato grazie all’evoluzione, necessita di poche ore per ricaricarsi.
A cura di Zeina Ayache
16 CONDIVISIONI
Immagine

Guardando i documentari sulla vita degli animali spesso ci viene da invidiarli per le molte ore di sonno che si godono sotto il sole. Siamo portati a credere che il numero ridotto di ore dedicato al riposo sia da attribuire alla nostra routine incentrata principalmente sul lavoro, eppure, secondo i ricercatori della Duke Uniersity, l'essere umano necessita di 7 ore di sonno non tanto perché di più non possa dormirne, quanto semmai perché sufficienti per ricaricarsi. Come spiegato nello studio intitolato “Sleep intensity and the evolution of human cognition” e pubblicato su Evolutionary Anthropology, l'evoluzione ha portato il nostro metabolismo a sviluppare una specie di super sonno capace di ottimizzare i tempi.

La ricerca, effettuata su centinaia di mammiferi e 21 specie di primati come babbuini, lemuri, oranghi e scimpanzé, ha evidenziato come, se i macachi o il microcebo murino abbiano bisogno di 14/17 ore per ricaricarsi, a noi ne bastano 7.

Il tipo di sonno da noi sviluppato sembrerebbe essere di qualità migliore, una sorta di ottimizzazione ore di sonno/carica raggiunta che ci permette di dormire meno. In pratica, spiegano gli scienziati, il nostro copro si sofferma meno sulla fasi di sonno leggero e di più su quelle di sonno profondo, quello della fase REM, rapid eye movement sleep, per intenderci, che costituisce il 25% del totale di ore dormite. Nei primati invece questa fase è ridotta al 5%.

Verrebbe da dire che a ridurre il nostro sonno siano stati i dispositivi elettronici che “illuminano” la notte facendo durare di più il giorno. Nella realtà dei fatti non è così. I ricercatori hanno infatti misurato la durata e la qualità del sonno di alcune popolazioni della Tanzania, della Namibia e della Bolivia che vivono senza i nostri dispositivi e i risultati mostrano differenze minime.

Le conclusioni dei ricercatori sono che in passato l'essere umano si è ritrovato a dover dormire per terra, dove era più vulnerabile ad eventuali attacchi di predatori, e quindi non poteva dormire a lungo. Nel tempo il nostro metabolismo si è ottimizzato in modo da permetterci di dormire poco e profondamente, ma abbastanza da essere pronti ad affrontare un nuovo giorno.

16 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views