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Obesità, studi sugli oranghi per curare gli uomini

L’osservazione degli oranghi indonesiani e lo studio dei comportamenti adottati da questi per sopravvivere alla fame apre a nuove prospettive sulla cura dell’obesità e potrebbe far rivalutare alcune teorie su cui si basano le diete odierne.
A cura di Nadia Vitali
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L'osservazione degli oranghi indonesiani e lo studio dei comportamenti adottati da questi per sopravvivere alla fame apre a nuove prospettive sulla cura dell'obesità e potrebbe far rivalutare alcune teorie su cui si basano le diete odierne.

Disturbi alimentari ed obesità sono due mali ormai profondamente radicati nel nostro tempo e, soprattutto, nella nostra società occidentale; proprio in virtù della della loro incredibile attualità queste realtà meritano una forte attenzione, un costante controllo e ricerche che siano volte a risolvere il delicato problema.

L'ultimo studio sull'argomento viene da un gruppo di antropologi, guidato da Erin R. Vogel dell'Università Rutgers del New Jersey, che per cinque anni si è dedicato all'osservazione degli oranghi indonesiani del Borneo, specie dichiarata «protetta» perché in via di estinzione ma, in verità, quotidianamente minacciata da una parte degli abitanti locali che, dopo averne distrutto l'habitat per coltivare palme da olio, da cui si ricavano biocarburanti, uccide gli esemplari per proteggere le piantagioni da essi.

Fortunatamente gli intenti del gruppo di Vogel erano ben più nobili ed hanno portato a significative valutazioni nell'ambito dell'alimentazione; i risultati della ricerca, pubblicati dalla rivista Biology Letters, evidenziano come le teorie che fungono da base a molte delle diete a cui si ricorre per combattere l'obesità siano sostanzialmente poco precise.

È stato infatti messo in luce come la vita degli oranghi sia fortemente determinata dall'equilibrio tra momenti di alto apporto proteico e fasi di scarsità; gli animali, infatti, ingrassano soltanto durante i lunghi periodi di abbondanza di proteine, il che dimostra scientificamente che queste ultime hanno un ruolo di primissimo piano non solo nell'alimentazione, ma anche per quanto riguarda la forma fisica.

Quando, invece, assumevano quantità limitate di cibo, gli oranghi, naturalmente, iniziavano a dimagrire ed il loro organismo andava ad attaccare le riserve accumulate di grasso, secondo il medesimo processo che ha luogo negli esseri umani; dall'analisi dei metaboliti urinari e degli isotopi stabili di azoto composti nelle urine, gli scienziati hanno notato che i primati hanno una grande resistenza anche ad un prolungato deficit alimentare, grazie alla loro ottima capacità di ricavare energia dal grasso immagazzinato nei muscoli.

Normalmente le diete si basano sulla teoria che, dovendo abbassare il livello dei carboidrati, si possa sostituire la mancanza con un alto apporto di proteine, ma le recenti osservazioni di Vogel suggeriscono che un equilibrio tra i due alimenti sarebbe  preferibile, dal momento che sono le stesse proteine ad incidere sulla forma fisica: un interessante suggerimento per rivalutare i regimi alimentari da consigliare a chi soffra di obesità.

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