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Nuova speranza per i pazienti amputati: protesi intelligente ‘vede’ gli oggetti e li afferra

L’avveniristica mano robotica è stata messa a punto da ricercatori britannici. La protesi analizza gli oggetti attraverso una fotocamera e si imposta automaticamente per afferrarli: ai pazienti basta solo uno sguardo.
A cura di Andrea Centini
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Una equipe di ingegneri biomedici dell'Università di Newcastle ha realizzato la prima mano robotica intelligente in grado di “vedere” gli oggetti, valutarne la forma e afferrarli automaticamente con un semplice sguardo del paziente. Si tratta di una protesi di ultimissima generazione che potrebbe migliorare – radicalmente – la qualità della vita delle tantissime persone che subiscono un'amputazione. Basti pensare che nella sola Italia, ogni anno, sono ben 3.600 i pazienti ai quali viene praticata l'amputazione dell'intero arto superiore o della mano.

La mano ‘intuitiva', finanziata dall'Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC), si basa su una sensibile fotocamera che scatta una foto dell'oggetto da afferrare e lo analizza per elaborare per la migliore posizione di presa. Al momento i ricercatori hanno impostato quattro distinte possibilità: a mano aperta, come per afferrare una bottiglia; aperta verso il basso, come per prendere un telecomando; treppiede (con due dita e il pollice) e semplice, con l'indice e il pollice. Tutto avviene in pochissimi millisecondi. L'azione è così rapida che la protesi risulta più veloce di dieci volte rispetto alle altre versioni. L'aspetto più interessante, tuttavia, risiede nel fatto che essa bypassi uno dei passaggi più impegnativi per chi indossa queste estensioni robotiche, ovvero l'attivazione mioelettrica. Si tratta di un segnale legato al movimento dei muscoli del braccio o dell'avambraccio che richiede molta pratica per essere padroneggiato.

La protesi sviluppata dai ricercatori britannici, coordinati dal professor Kianoush Nazarpour, fa tutto in automatico e reagisce quasi come una mano naturale. “Negli ultimi cento anni le protesi sono cambiate molto poco – ha sottolineato l'autore principale dello studio -, il design è migliorato molto e i materiali sono più leggeri e resistenti, ma lavorano ancora nello stesso modo”. “Con la computer vision abbiamo sviluppato una mano bionica in grado di rispondere automaticamente come una mano vera e propria; l'utente può raggiungere e prendere una tazza o un biscotto con niente più che una rapida occhiata nella giusta direzione”, ha concluso lo studioso.

Al momento la nuova protesi – la cui tecnologia può essere trasferita su altri modelli – è stata testata con successo su un numero ristretto di pazienti, ma molto presto sarà impiegata in una sperimentazione più ampia grazie al supporto del Freeman Hospital. L'obiettivo più ambizioso dei ricercatori è quello di realizzare una mano robotica in grado di fornire anche i segnali di pressione e temperatura. I dettagli sull'avveniristica protesi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Neural Engineering.

[Foto di Università di Newcastle]

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