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Sta nascendo una nuova Luna?

La sonda Cassini ha individuato un piccolissimo oggetto sul margine di un anello di Saturno: potrebbe trattarsi di un satellite in formazione?
A cura di Nadia Vitali
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La superficie di Encelado, una delle Lune di Saturno, fotografata da Cassini
La superficie di Encelado, una delle Lune di Saturno, fotografata da Cassini

Ci sarebbe un nuovo piccolissimo oggetto che potrebbe far aumentare ulteriormente il numero di satelliti naturali che orbitano attorno al Pianeta con gli anelli per eccellenza: lo ha fotografato la sonda Cassini che da oltre quindici anni esplora i dintorni di Saturno, collezionando dati scientifici ed immagini spettacolari. Per la verità, la scoperta è ancora tutta da confermare: ma le anomalie ritratte grazie alla fotocamera di Cassini lasciano un ampio margine di possibilità che ci si trovi di fronte all'ennesima Luna di Saturno del quale, ad oggi, se ne conoscono ben 62.

La Luna nascente di Saturno

Per il momento si sa che l'orbiter, lanciato nell'ottobre del 1997 assieme al lander Huygens e frutto della collaborazione tra NASA, ESA ed Agenzia Spaziale Italiana, avrebbe individuato dei segnali di disturbo, che appaiono in fotografia come una sorta di protuberanza: tali anomalie potrebbero essere attribuibili al campo gravitazionale di qualche piccolo oggetto ghiacciato che si trova in zona; e che non avrebbe dovuto esserci. Una caratteristica luminosità della lunghezza di circa 1.200 chilometri che a noi, nello scatto realizzato lo scorso 15 aprile dalla fotocamera di Cassini, appare pressapoco come una lieve irregolarità nel percorso dell'anello A, il più brillante di Saturno.

Nient'altro che un'increspatura sul bordo di un anello, per l'occhio non esperto (NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute )
Nient'altro che un'increspatura sul bordo di un anello, per l'occhio non esperto (NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute )

Alla "presunta" Luna è stato attribuito il nome informale di Peggy: secondo le prime stime degli astronomi che ne hanno individuato l'esistenza, guidati da Carl Murray della Queen Mary University di Londra ed autori di un articolo pubblicato da Icarus, la misura del suo piccolissimo diametro non andrebbe oltre il chilometro. In effetti, a causa delle sue dimensioni ancora troppo ridotte, Peggy non figurerebbe in alcuna delle immagini che gli scienziati hanno a disposizione: eppure la sua osservazione potrebbe rivelarsi fondamentale per venire a conoscenza dei dettagli relativi ai processi di formazione di altri satelliti ghiacciati del Pianeta, tra cui i più celebri sono Encelado e Titano. Per avere informazioni più precise, comunque, bisognerà aspettare fino alla fine del 2016, quando l'orbiter si avvicinerà maggiormente al margine dell'anello dove la nuova Luna sta nascendo.

A rendere ancora più emozionante ed interessante il tutto c'è una considerazione degli scienziati: Peggy potrebbe in effetti essere uno degli ultimi satelliti ad originarsi tra gli anelli di Saturno. L'ipotesi relativa alla loro genesi, infatti, vuole che le Lune ghiacciate siano nient'altro che aggregati di particelle un tempo facenti parte degli anelli, formatesi tra questi e poi allontanatesi gradualmente dalla superficie del Pianeta. Questo potrebbe spiegare anche come mai le Lune più grandi (Rea, Iperione, Titano, Giapeto) orbitino nelle zone più distanti da Saturno. Attualmente, però, gli anelli sarebbero ormai troppo rarefatti per dar vita a nuovi oggetti celesti, presumibilmente anche in conseguenza dell'impoverimento dovuto a tali processi di formazione: ecco perché Peggy potrebbe essere proprio l'ultima piccolissima Luna a nascere da quegli affascinanti anelli planetari. Peccato che, secondo i ricercatori, sia destinata ad una vita piuttosto breve: nella migliore delle ipotesi non potrà crescere oltre le sue piccole attuali misure ma potrebbe anche accadere che si frantumi in mille pezzi, tornando ad essere particelle indistinte degli anelli di Saturno.

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