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Nella saliva scoperta una ‘specie fantasma’, è un nuovo nostro antenato

Attraverso l’analisi di 2.500 patrimoni genetici è stato scoperto che nella saliva delle popolazioni subsahariane è presente un gene legato a un nostro antichissimo e misterioso antenato.
A cura di Andrea Centini
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Ricercatori della Scuola di Medicina Dentale presso l'Università di Buffalo (Stati Uniti) hanno scoperto l'esistenza di un'antichissima specie di ominidi grazie all'analisi di una proteina salivare chiamata MUC7. Poiché non vi sono prove fossili di questo misterioso e lontano parente, i ricercatori l'hanno definito “specie fantasma”. La scoperta è particolarmente importante poiché sottolinea ancora una volta quanto fosse comune l'incrocio fra i vari lignaggi dell'essere umano, che nel corso dei millenni ha generato una vera e propria mescolanza di geni. “Sembra che la fusione tra le varie specie di origini primitive non fosse l'eccezione, ma la norma”, ha sottolineato il professor Omer Gokcumen, coautore dello studio e docente di scienze biologiche presso l'ateneo nello Stato di New York.

Nello specifico, gli studiosi hanno fatto emergere l'incrocio tra progenitori dell'essere umano moderno e un antico antenato originario dell'Africa, suggerendo la stessa promiscuità sessuale dimostrata in Europa ed Asia tra Homo sapiens, Uomo di Neanderthal e il criptico Uomo di Denisova, un ominide del quale abbiamo pochissimi resti fossili. Il punto di svolta della ricerca è stata l'analisi della proteina salivare MUC7, la cui funzione principale consiste nel fornire consistenza alla saliva permettendole di legare i batteri potenzialmente nocivi nella bocca ed espellerli dall'organismo.

Messa nel mirino dagli scienziati perché coinvolta anche nella protezione dell'asma, nel nuovo studio – che ha coinvolto l'analisi di oltre 2.500 genomi – è emerso che nella popolazione africana subsahariana MUC7 presenta la variante di un gene molto più simile a quella degli uomini di Neandterthal e di Denisova rispetto a quella delle altre popolazioni di uomini moderni. Com'è possibile una simile condizione? Secondo gli studiosi la ragione risiede proprio nell'introduzione di materiale genetico ad opera del misterioso ominide originario dell'Africa: “Questo parente umano potrebbe essere una specie che è stata già scoperta, come ad esempio una sottospecie di Homo erectus, oppure un ominide sconosciuto. Lo chiamiamo specie ‘fantasma' perché non abbiamo i fossili”, ha sottolineato il professor Gokcumen.

Secondo i calcoli del team americano, basati sulla velocità con cui evolvono i geni, gli antenati degli attuali portatori della variante subsahariana di MUC7 si sarebbero incrociati col criptico ominide appena 150mila anni fa, mentre la loro divergenza da un antenato comune sarebbe databile tra 1,5 e 2 milioni di anni fa. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Molecular Biology and Evolution.

[Immagine di Bob Wilder/Università di Buffalo]

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