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Nel latte materno c’è un composto che contrasta il cancro: cos’è HAMLET

Il composto anticancro è stato scoperto per caso da studiosi svedesi, mentre analizzavano il latte materno alla ricerca di nuovi antibiotici naturali. HAMLET uccide le cellule tumorali senza danneggiare quelle sane.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricercatori dell'Università di Lund (Svezia) ha scoperto che nel latte materno è contenuta una sostanza in grado di uccidere le cellule tumorali. Non solo. Questo composto, chiamato HAMLET (acronimo di Human Alpha-lactalbumin Made Lethal to Tumor cells), agirebbe infatti senza danneggiare le cellule sane, una proprietà virtuosa che, oltre a gettare le basi per avveniristiche terapie anticancro, potrebbe eliminare del tutto i rischi associati alle tradizionali chemioterapie.

Gli studiosi, coordinati dalla professoressa Catharina Svanborg, alcune settimane addietro ne hanno presentato i dettagli a Firenze, durante il XII Simposio sull’allattamento al seno e la lattazione organizzato da Medela, un'azienda svizzera impegnata da anni nella ricerca sulle proprietà del latte materno. Il team svedese ha fatto questa incredibile scoperta per puro caso, mentre effettuava esperimenti per valutare le capacità antimicrobiche del latte materno e individuare nuovi antibiotici naturali. Si tratta di un percorso fondamentale della ricerca scientifica per contrastare i pericoli scaturiti dalla cosiddetta antibiotico-resistenza, laddove gli agenti patogeni risultano essere sempre più resistenti all'azione dei farmaci.

Gli effetti di HAMLET sarebbero dovuti a due specifiche sostanze presenti nel latte materno: l'acido oleico, un trigliceride fondamentale dei grassi animali, e soprattutto l'alfa-lattoalbumina, una proteina che modula lo sviluppo cerebrale del bambino attraverso i processi di assorbimento intestinale. In vitro questo composto è stato in grado di distruggere le cellule tumorali di ben 40 tipi di cancro nei ratti, ma ha dato i primi frutti preziosi anche nella sperimentazione umana.

HAMLET, che uccide le cellule cancerose per apoptosi, ovvero il ‘suicidio cellulare', ha avuto effetti positivi in particolar modo sul cancro alla vescica e i papillomi cutanei. Per quanto concerne il cancro alla vescica, il composto è stato somministrato attraverso un'iniezione locale, producendo l'espulsione delle cellule tumorali attraverso l'urina, mentre disciolto in acqua ha evidenziato un fattore preventivo per il cancro al colon, uno dei più diffusi e letali. Il team della Svanborg sta approntando nuovi test clinici per mettere a punto una terapia antitumorale su larga scala, che potrebbe essere efficace per diversi tipi di tumore, come quello al collo dell'utero.

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