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Missione compiuta per IXV, l’erede dello Shuttle col cuore italiano

L’unico imprevisto è stato un ritardo di quaranta minuti: per il resto, il lancio è stato un successo.
A cura di Nadia Vitali
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Rappresentazione artistica della missione IXV (ESA–J. Huart, 2014)
Rappresentazione artistica della missione IXV (ESA–J. Huart, 2014)

Il Veicolo Sperimentale Europeo IXV (Intermediate eXperimental Vehicle) dell'ESA ha portato a termine la propria missione con successo: nessun problema per il lancio e per il rientro, eccezion fatta per un ritardo di quaranta minuti  dovuto a cause tecniche relative a problemi nella telemetria. Problemi rapidamente superati dato che alle 14:40 (ora italiana) il piccolo erede dello Shuttle è partito dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese.

Un'ora e quaranta di stress test

A bordo di un razzo vettore europeo Vega, la capsula è giunta a quota 320 chilometri di altezza, inserendosi nella traiettoria suborbitale: dopodiché IXV è salito fino ai 412 chilometri previsti prima di iniziare la sua discesa verso la superficie terrestre, con la velocità massima di 7.5 chilometri al secondo al momento del suo ingresso nell'atmosfera. Poi ha progressivamente rallentato la sua corsa, fino a giungere ai 30 chilometri di altezza dove si sono aperti i paracadute: a quel punto, c’è stato un tuffo senza affondo, dato che il veicolo è stato tenuto a galla da quattro galleggianti. Oggetto di particolare attenzione, in casi come questo, è la messa alla prova dello scudo termico: realizzato in materiale ceramico, protegge la parte inferiore e il naso anteriore del veicolo dalle temperature roventi sviluppate nella fase in cui il veicolo attraversa l’atmosfera terrestre. L’operazione è durata in tutto un’ora e 40 minuti e si è conclusa con l’individuazione e il recupero del veicolo da parte della nave appositamente attrezzata e in attesa nella regione di Oceano Pacifico dove doveva avvenire l’ammaraggio.

Si tratta di una missione storica, sia per l’Italia sia per l’ESA. Per la prima volta un velivolo europeo rientra nell’atmosfera terrestre: un primo passo verso lo sviluppo di future navicelle per il volo orbitale e suborbitale, che vede l’Italia al primo posto in Europa grazie ai contributi del sistema della ricerca ( il CIRA di Capua) e dell’industria nazionale (TAS-I a Torino). – Roberto Battiston, Presidente ASI

L'ASI, primo contributore per ricerca ed industria (e finanziamenti)

Domanda obbligata dei non addetti ai lavori: ma quindi, cosa è esattamente IXV? E in che modo il suo ruolo è importante per l’esplorazione spaziale e per l’Italia? Il veicolo spaziale sperimentale in questione ha le dimensioni di un automobile (5 metri di lunghezza, 1.5 metri di altezza, 2.2 metri di larghezza), il peso di quasi due tonnellate e una forma non convenzionale (definita lifting body) che consente grande manovrabilità e aerodinamicità. La sua caratteristica più interessante, che lo rende fondamentale per il futuro dell'esplorazione spaziale, è la capacità di compiere un rientro atmosferico controllato dall'orbita terrestre bassa. Il progetto è dell’ESA ma l’Agenzia Spaziale Italiana prende parte come maggiore contributore: tant'è che gli ultimi test prima del lancio erano stati effettuati negli stabilimenti Thales Alenia Space di Torino, dove gli esperti hanno verificato strutture e materiali, mentre al CIRA di Capua si sono occupati di qualificare la stabilità di carico e i sottosistemi di recupero e galleggiamento.

Un mini-shuttle per le operazioni "dietro l'angolo"

Adesso che IXV ha spiccato il volo, i dati raccolti da questa prima missione serviranno per la progettazione e la realizzazione di sistemi di rientro futuri, ma non solo: il veicolo, infatti, potrà essere utile per svolgere attività spaziali nelle nostre immediate vicinanze, ad esempio per recuperare detriti o, magari, per trasportare rifornimenti agli uomini in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale.

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