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Le nostre antenate femmine? Erano nomadi ma i loro maschi no

Una scoperta pubblicata da Nature ci informa sulle abitudini degli australopitechi: una volta raggiunta l’età adulta le donne si allontanavano dalla famiglia di appartenenza. Abitudine ricorrente anche presso gli scimpanzé, ma che rende i nostri antenati così lontani, invece, dagli usi di noi uomini.
A cura di Nadia Vitali
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Ebbene sì, chi lo avrebbe mai detto? Certamente una scoperta affascinante e che ci suggerisce interessanti scenari legati al nostro più celebre antenato, l'Australopithecus Africanus, quella pubblicata da Nature, frutto della ricerca di paleontologi ed antropologi di diversa provenienza, guidati da Sandi Copeland dell'Università del Colorado di Boulder. I primi studi sembrerebbero accertare un dato che, se venisse confermato, metterebbe in luce una profondissima differenza tra i nostri predecessori e gli usi correnti dell'uomo moderno, condizionato dall'istituzione del matrimonio, nato principalmente al fine di preservare il concetto di proprietà, sin dall'epoca più antica.

Il gruppo di ricercatori si è dedicato allo studio di alcuni denti fossili (che, ricordiamo, sono di norma la parte meglio conservata degli scheletri) appartenenti alle specie di Australopithecus Africanus e Paranthropus Robustus che sembrerebbero recare con sé le tracce di un'abitudine consolidata: quando le femmine raggiungevano l'età adulta, con buone probabilità, lasciavano la propria famiglia mentre gli uomini restavano, per così dire, a casa. L'analisi di tali denti fossili, che hanno tra 1,8 e 2,2 milioni di anni e provengono dai due gruppi di caverne del Sud Africa, quella di Sterkfontein e quella di Swartkrans, collocate in un'area definita la culla dell'umanità e patrimonio dell'Unesco, ha messo in luce come le ossa femminili avrebbero assorbito quantità di minerali differenti rispetto a quelle dei maschi presenti nelle medesime regioni di provenienza.

Per giungere a questo sorprendente risultato è bastato analizzare il livello dei due isotopi di stronzio, elemento che si trova nel suolo: la differente formazione dei denti di uomini e donne rinvenuti, ha consentito di ricostruire una mappa che testimonia come la metà delle femmine si trovasse al di fuori delle aree dei diversi gruppi. Dunque le femmine preferivano spostarsi, mentre gli uomini erano più soliti restare nelle loro zone di appartenenza. Effettivamente, secondo Owen Lovejoy studioso della Kent State University dell'Ohio, le possibilità che fosse la femmina ad entrare a far parte di un nuovo gruppo, sono effettivamente più alte dell'ipotesi contraria, dal momento che il maschio in contatto con nuovi individui, avrebbe la tendenza a diventare aggressivo.

La struttura delle famiglie dei nostri antenati è sempre stata al centro degli interessi degli studiosi e questo nuovo dato sembra aver dato indicazioni importanti sul modello comportamentale dell'Australopithecus: un modello che, ad esempio, è ricorrente anche presso i nostri vicini scimpanzé, le cui femmine, una volta raggiunta l'età matura, lasciano il gruppo sociale di appartenenza. Assecondando quello che per loro desidera la natura.

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