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Le donne sono multitasking, gli uomini più bravi a leggere le mappe

La nuova ricerca condotta in un’università americana sembra confermare le differenze tra i sessi, secondo le quali le donne è capace di far comunicare meglio i due emisferi del cervello, mentre l’uomo ha doti più spiccate nell’azione coordinata.
A cura di Danilo Massa
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Nel corso degli anni si sono succeduti studi che hanno sempre di più sottolineato le differenze tra uomini e donne, connotandole talora con segno opposto rispetto a quello della vulgata dei secoli scorsi. Accade così che la donna è multitasking, mentre l'uomo è lento in tutte quelle operazioni che eccedono la manovalanza. Sulla base di un'indagine condotta su ben 949 soggetti, di cui 428 maschi e 521 femmine di età compresa tra gli 8 e i 22 anni, i ricercatori dell'Università della Pennsylvania coordinati da Ragini Verma hanno potuto osservare che il cervello delle donna mostra generalmente connessioni più frequenti tra i due emisferi, mentre quello del'uomo "si muove" più agevolmente nelle connessioni fronte-retro. Il significato di tali caratteristiche viene spiegato dalla stessa coordinatrice Verma, che spiega che

Se a donne e uomini si assegnano degli incarichi che necessitano sia di un pensiero logico che intuitivo, le donne lo svolgono meglio perché la connessione tra emisfero destro e sinistro è migliore. Se è necessario un intervento immediato da attuare subito, il cervello maschile è più adatto perché lobo anteriore e posteriore comunicano meglio.

Gli uomini, insomma, "sarebbero più bravi a imparare a correre in bici, a nuotare o a interpretare le mappe", conclude Verma, mentre la singolarità femminile si può apprezzare in altri affari: "ricordare un viso o riconoscere qualcuno ad una festa sono attività che impongono più connessioni tra diverse aree del cervello: dove ho visto quel volto l'ultima volta? cosa vedo in quella persona, l'ho già incontrata da qualche parte?". A queste domande può rispondere più facilmente una donna che un uomo, anche se – avverte ancora la specialista dell'Università della Pennsylvania – non bisogna eccedere con le generalizzazioni, perché "gli individui si distinguono sempre" gli uni dagli altri.

Le differenze si sviluppano a partire dalla pubertà. Il campione di riferimento è stato suddiviso in tre fasce d'età – dagli 8 ai 12 anni, dai 13 ai 16 e dai 17 ai 22 – e ha mostrato una tendenza crescente alla differenziazione con l'aumentare dell'età. In generale, riporta ancora la dottoressa, il "cervello maschile facilita la connettività tra percezione e azione coordinata, mentre quello femminile facilita la comunicazione tra i processi di elaborazione analitica ed intuitiva".

[Foto da Flickr]

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