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Le differenze tra uomo e donna, una questione di “visioni del mondo”

Se l’occhio femminile eccelle nella distinzione delle diverse tonalità di colore, per gli uomini è più semplice individuare dettagli in movimento: un fatto biologico o la conseguenza di influssi culturali?
A cura di Nadia Vitali
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differenze uomo donna

Non un semplice luogo comune, magari riduttivo e banale ma innocuo, bensì uno stereotipo che è servito (e, sfortunatamente, in alcuni luoghi del mondo serve ancora) a giustificare interi sistemi politici, sociali e culturali: le presunte “differenze tra uomo e donna”, nell’epoca delle quote rosa e della (ancor faticosa) scalata professionale di mamme e spose, sono ancora argomento di discussione. Un dibattito che può collocarsi tra i registri colloquiali più bassi possibili (magari, in tema di stereotipi "al bar con gli amici") ma che, al contempo, interessa in parte alcune discipline scientifiche interessate a verificare concretamente i punti fondamentali delle diversità tra sessi esistenti nella specie Homo Sapiens. Perché se è vero che "i tempi sono cambiati" per la donna, non è mai troppo tardi per scoprire alcuni interessanti aspetti della nostra natura di animali.

La questione della vista

Se per la donna risulterebbe più semplice distinguere tra tonalità e sfumature di colore che l'occhio maschile giudicherebbe assolutamente non percepibili, l'uomo avrebbe una spiccata capacità di cogliere con maggiore rapidità stimoli visivi provenienti da dettagli in rapido movimento. Una constatazione a cui ci avevano già abituato osservazioni e studi precedenti ma che ha sempre portato con sé un grande quesito: accertata l'esistenza di una disomogeneità di genere rispetto al sistema visivo, può dipendere questa da fattori biologici connaturati alla specie? Oppure, in alternativa, sono stati condizionamenti culturali a costituire tali differenze influenzando i centri cerebrali cognitivi e, attraverso questi, le modalità con cui si guarda al mondo?

cacciatori raccoglitori

Sarebbe fin troppo intuitivo far risalire la capacità tutta maschile di tenere l'occhio sempre vigile rispetto ai mutamenti impercettibili circostanti al suo passato di raccoglitore e, soprattutto, cacciatore nei millenni di evoluzione che precedettero la scoperta dell'agricoltura; e successivamente ancora, nelle numerose società in cui l'uomo veniva allevato per essere soldato, tale capacità avrebbe ancora avuto bisogno di essere sviluppata e potenziata. Di contro, volgarizzando al massimo il discorso, si potrebbe aggiungere che l'attenzione a dettagli più "statici" da parte della donna (la distinzione cromatica) risalirebbe all'uso consolidato di confinare le femmine, dei gruppi prima e delle comunità poi, entro le mura domestiche per allevare la prole.

Una differenza biologica

Due ricerche recentemente pubblicate da Biology Journal of Sex Differences confermerebbero l'esistenza di tali differenze sulla base di un esperimento recentemente condotto su un ampio campione di adulti che non presentavano alcun disturbo della vista e che sono stati sottoposti ad una batteria di test standard per verificarne le capacità visive. I risultati hanno in buona parte evidenziato come per gli uomini risultasse più facile distinguere nel minor tempo con maggiore acutezza e attenzione ai mutamenti spazio-temporali a differenza delle donne, più capaci di individuare un numero più ampio di sfumature cromatiche nello spettro ottico.

Secondo lo studio a determinare tale variazione tra generi sarebbe la più elevata concentrazione di recettori per gli ormoni sessuali maschili nella corteccia cerebrale: un significativo dettaglio che, durante il processo di formazione e sviluppo dell'embrione, porterebbe ad un incremento maggiore nei maschi dei neuroni della corteccia visiva. Comportando, però, non una vista migliore per gli uomini ma, semplicemente, una diversa distribuzione delle capacità tra gli occhi dell'uomo e della donna. Spiega uno dei due lavori: «Gli aspetti cromatici che abbiamo misurato sono determinati da stimoli provenienti dai neuroni del talamo verso la corteccia visiva. Questa caratteristica viene indirizzata durante l'embriogenesi: noi ipotizziamo che il testosterone svolga un ruolo fondamentale generando una connettività diversa nel cervello maschile e femminile». Differenze biologiche, dunque, ma sulla cui ragioni evolutive, ad ogni modo, non esiste ancora una spiegazione: solo un altro interrogativo.

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