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La vita segreta del Medioevo nascosta tra le pagine dei libri

Erano uomini egoisti, temevano le malattie e, qualche volta, si addormentavano mentre rivolgevano le proprie preghiere ai Santi: è incredibile quante informazioni segrete si possano ricavare dalla “lettura” scientifica delle pagine di un libro antico.
A cura di Nadia Vitali
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storia medioevale

È opinione comune e diffusa che i pensieri degli uomini del Medioevo europeo, quanto meno di una parte considerevole di essi, fossero volti principalmente alla morte: la morte che, in quegli oscuri secoli, indossava la maschera terrificante della peste nera, il morbo che non concedeva scampo e che riempiva città e villaggi di mucchi di cadaveri, folle di flagellanti, echi di lamenti di dolore e di preghiere. Un'età consegnata ai posteri con il pesante fardello di rappresentare «i secoli bui» dell'umanità, una sorta di passaggio tra i fasti dell'antichità classica e le speranze in un futuro dominato dalla saggezza e dal lume della ragione, secondo la visione rinascimentale e moderna: secoli bui durante i quali si innalzavano sovente orazioni al cielo nel tentativo di allontanare l'orribile flagello. Secondo una recente ricerca, gli uomini del Medioevo non solo temevano la malattia, ma erano anche egoisti e, spesso, si addormentavano mentre rivolgevano le proprie suppliche ai Santi: sostanzialmente, diremmo che i nostri antenati erano molto simili a noi per diversi aspetti, non ultimo l'attesa paziente e rassegnata dell'«apocalisse» che, a giudicare dai tempi moderni, non deve mai aver esaurito il proprio indiscutibile fascino.

L'incubo della morte nera – Lo scopriamo attraverso una nuova tecnica messa a punto dalla dottoressa Kathryn Rudy, docente presso la School of Art History della University of St Andrews, che sfrutta un principio molto semplice per arrivare a comprendere quali pagine di un antico libro siano state più lette a discapito di altre: misurandone semplicemente il livello di sporco accumulato, la ricercatrice ritiene di aver individuato quali erano i punti su cui si soffermavano con maggiore frequenza gli uomini del Medioevo allorché si dedicavano alla lettura di testi religiosi. Nella selezione di manoscritti scelti per lo studio, certamente il Santo che aveva ricevuto maggiori suppliche risultava essere San Sebastiano che, non a caso, in passato era considerato il protettore proprio contro la peste e, in generale, a tutt'oggi viene invocato assieme a San Rocco contro le epidemie: il martirio subito dal corpo del Santo, non poteva non richiamare alla mente lo strazio delle carni colpite dai bubboni.

Pregare per sé o per gli altri? – Viceversa, i nostri antenati lettori ben poco si erano soffermati sulla lettura delle preghiere per la salvezza delle vite altrui: il poco sporco accumulato negli anni è mesto testimone dell'egoismo degli uomini del tempo, ancorché religiosi. C'è poi un altro dettaglio che può chiarire altri aspetti della vita mistica dell'epoca: le analisi hanno evidenziato come le pagine della prima preghiera della giornata, che andava recitata ancor prima dell'alba, fossero segnate dalla consunzione solo all'inizio, come se l'orazione venisse spesso interrotta: forse, ipotizza Kathryn Rudy, perché il fedele ancora stanco ed assonnato si addormentava durante l'esecuzione della litania.

"Leggere tra le righe" – Attraverso una lettura analitica di libri che costituiscono la più viva testimonianza di una società profondamente religiosa quale fu quella dell'Europa medioevale, è possibile dunque confrontarsi ancora con la più segreta ed intima vita degli uomini del tempo? «Anche se spesso è difficile studiare le abitudini, i rituali privati e gli stati d'animo soggettivi delle persone, questa nuova tecnica può guidarci nelle menti delle genti del passato. La Religione era un elemento inseparabile dalla salute fisica, dalla gestione del tempo e dalle relazioni interpersonali in epoca medioevale. Nel secolo prima della stampa, la gente ordinava decine di centinaia di libri di preghiere, alcuni recanti delle belle miniature, anche se potevano costare quanto una casa», ha spiegato la studiosa. Come spesso accade nella storia, gli oggetti di uso comune sono quelli che maggiormente sono in grado di restituirci i contorni e le tonalità di un'epoca: quei «secoli bui» durante i quali si pregava per se stessi, poco per gli altri, fiduciosi in un segnale o in una salvezza che arrivasse finalmente dal cielo.

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