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La sigaretta elettronica aiuta a smettere di fumare

Su 300 volontari, fumatori di 20 sigarette al giorno, ben l’8,7% ha deciso di smettere di fumare tabacco dopo l’uso della sigaretta elettronica. La media nazionale, senza e-cig, è di appena lo 0,02%.
A cura di Redazione Scienze
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Per molti l'obiettivo era quello: non fumare più il tabacco. In appena due mesi gli estimatori delle sigarette elettroniche sono aumentati esponenzialmente, facendo sorgere centri vendita ad hoc in ogni parte delle città. Ebbene, se uno dei motivi della fortuna dell'e-cig è la lotta al tabacco, la domanda apparirà più che legittima: essenziale. La sigaretta elettronica aiuta a smettere di fumare? Nell'Università di Catania la domanda ha dato vita ad uno studio pubblicato dalla rivista specialistica americana Public Library of Sciences e coordinato da Riccardo Polosa, professore di Medicina Interna. La ricerca è iniziata un anno fa, quando la vaporosa sigaretta non era nota come le è oggi. Il Centro antifumo dell'ateneo ha selezionato 300 fumatori incalliti, ovvero consumatori di 20 sigarette "tradizionali" al giorno e senza alcuna intenzione di smettere. Su di loro non è stata fatta alcuna pressione perché smettessero di fumare.

I volontari sono stati divisi in tre gruppi in base all'e-cig loro consegnata. Un gruppo usava apparecchi da 7,5 milligrammi di nicotina, di cui solo una parte doveva poi passato dopo un mese e mezzo a 5,4 milligrammi. Un altro gruppo fumava sigarette elettroniche al sapore di tabacco, ma senza nicotina. Risultato del tutto imprevedibile è la percentuale di chi ha rinunciato a fumare tabacco dopo un anno, che rende i tre gruppi del tutto paritetici. Un risultato che, scrivono i ricercatori dell'università catanese, invita a ripensare "il ruolo della nicotina nel creare dipendenza [che] andrebbe rivisto. Altri fattori, come il rituale associato alla sigaretta o la gestualità, hanno probabilmente una grande importanza".

Ma la risposta alla domanda che ha motivato la ricerca – l'e-cig aiuta a smette di fumare? – viene dal dato numerico nudo e crudo: l'8,7% dei volontari ha rinunciato totalmente al tabacco, di cui i 3/4 ha anche abbandonato la sigaretta elettronica dopo un anno. Un risultato che fa scalpore, dato che, come nota Pasquale Capponnetto, psicologo e co-autore della ricerca, "la media italiana di cessazione dal fumo è solo dello 0,02%. Le nostre percentuali rappresentano dunque un grande successo". Oltre all'elevata percentuale di abbandono del tabacco, lo studio evidenzia anche una riduzione del vizio, dal momento che il 10,3% del campione ha ridotto di almeno la metà il consumo di tabacco.

Per quanto riguarda gli effetti dell'uso dell'e-cig e dell'abbandono del tabacco, i dati hanno rivelato che dopo due settimane il 18% soffriva ancora di tosse, il 17% aveva la bocca secca, il 20% gola irritata e il 4% respiro corto. I disturbi di ordine direttamente psicologico (ansia, depressione, irritabilità, insonnia) hanno riguardato una percentuale compresa tra il 2 e il 4%. La nota compensazione alimentare che affligge chi smette di fumare (non fumo, ma mangio) ha interessato solo il 6,5% del campione.

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