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La polvere di casa è tossica per i nostri gatti: li stiamo avvelenando senza saperlo

Il sangue dei felini è ricco di ritardanti di fiamma bromurati (BFR), sostanze che vengono utilizzate all’interno di mobili, elettrodomestici e tessuti per limitare il rischio di incendio.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricercatori dell'Università di Stoccolma ha scoperto che nel sangue dei gatti domestici (Felis silvestris catus) sono presenti concentrazioni elevate di ritardanti di fiamma bromurati (BFR), sostanze chimiche comunemente presenti nella polvere casalinga, alla quale i nostri amici a quattro zampe sono molto esposti. Questi specifici composti chimici, che si mescolano alle particelle organiche e atmosferiche confluendo nella polvere propriamente detta, vengono utilizzati nei prodotti industriali per realizzare mobili, tessuti ed elettrodomestici, con lo scopo di limitare il pericolo di incendio e la potenziale propagazione. Moltissimi materiali plastici e schiume poliuretaniche ne sono provvisti; col passare del tempo essi disperdono nell'ambiente minuscole particelle che si accumulano e possono essere respirate sia dagli esseri umani – in particolar modo dai bambini – che dagli animali domestici.

Finiti spesso nel mirino dei ricercatori per la loro neurotossicità, soprattutto quando utilizzati su materassi e cuscini con i quali siamo a contatto per ore tutti i giorni, sono ritenuti dannosi anche per l'apparato endocrino, e non è un caso che i gatti con le maggiori concentrazioni di ritardanti di fiamma bromurati (BFR) soffrano di ipertiroidismo. “I ritardanti di fiamma bromurati che sono stati misurati nei gatti sono noti perturbatori endocrini – ha sottolineato l'autrice principale dello studio, la dottoressa Jana Weiss -, è particolarmente grave quando i bambini piccoli possono ingerire queste sostanze, in quanto l'esposizione durante lo sviluppo può avere conseguenze più avanti nella vita, sfociando in malattie della tiroide”. Le concentrazioni di BFR scoperte dai ricercatori presentano analogie tra gatti e bambini piccoli.

I gatti più esposti al pericolo sono quelli che vivono la maggior parte della propria esistenza all'interno delle abitazioni. Analizzando il sangue di felini provenienti da 17 case svedesi, gli studiosi hanno scoperto che i composti chimici rilevati non sono solo quelli attualmente in commercio, ma vi sono anche sostanze vietate da molto tempo, mettendone in luce la persistenza. Insomma, le sostanze chimiche prodotte dall'uomo non sono solo pericolose per noi stessi, per la fauna selvatica e persino per le creature degli abissi, come rilevato da un recente studio, ma anche per gli animali domestici che riteniamo essere al sicuro dall'inquinamento ambientale. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Science & Technology.

[Foto di Andrea Centini]

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