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La operano per un tumore e le asportano 10 organi. Ma ora sta bene

Una donna inglese di 35 anni soffre di Pseudomixoma del peritoneo. Le dicono che sono i dolori del ciclo, che è colite e solo dopo capiscono. Seguono ore di operazione per asportare e raschiare diversi organi.
A cura di Redazione Scienze
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Jenny Ramage, 35 anni di Bristol, è salva, anche se vive con dieci organi in meno. La donna si era ammalata di Pseudomixoma del peritoneo, la stessa malattia che uccise Audrey Hepburn. Ha cominciato a soffrire nel 2011 di dolori all'addome e di cicli irregolari. I medici all'inizio attribuivano l'origine a semplici dolori mestruali. Successivamente, quando la donna ha cominciato a soffrire di dolori al livello del colon, le era stato detto che era semplice meteorismo. In realtà era il tumore che spingeva contro le parete dell'appendice e dell'intestino. Un tumore raro ed aggressivo che ha portato a quella che è stata definita "la madre di tutti gli interventi chirurgica". Sul ventre della donna, tra l'inizio del pube e lo stomaco una cicatrice di quasi 18 centimetri, ma la donna spiegato di non curarsene: è un trofeo di sopravvivenza. Quando alla donna è stata eseguita una tac e si è poi approfondito il male, sono state scoperte le cellule cancerose disseminate pressoché ovunque e simili ad una gelatina. Dopo l'operazione, la donna ha trascorso tre settimane in ospedale, sbalordendo i medici. Durante l'intervento le sono stati asportati dieci organi, tra cui appendice, intestino grasso, milza, cistifellea, ovaie, tube, peritoneo, parte del fegato e della superficie del diaframma. Hanno raschiato parte della vescica e dell'utero, pompando poi nella cavità addominale una soluzione chemioterapica riscaldata per uccidere – con il farmaco e con il calore – le rimanenti cellule tumorali. E dopo tutto ciò, hanno spiegato con sorpresa i medici, la donna si è ripresa rapidamente. Gli organi rimossi non sono infatti essenziali per vivere. La donna, tuttavia, ha spiegato che tuttavia "non c'è niente che non possa fare, niente che non possa mangiare o bere". E sì, poi ammette che, nonostante tutto, "sono stata fortunata".

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