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La NASA lavora già al dopo-Curiosity, nel 2016 nuovo lander su Marte

Sarà una sonda sismologa, con lo scopo di indagare l’interno di Marte.
A cura di Roberto Paura
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Mentre Curiosity è ancora fermo su Marte, in attesa di ricevere il comando di muoversi e iniziare le sue indagini, la NASA sta già preparando la prossima missione sul Pianeta Rosso. Partirà nel 2016 e sarà costituita da un lander, ossia una sonda che atterrerà su Marte, ma non si muoverà (a differenza dei rover), con lo scopo di indagare le viscere del pianeta attraverso analisi sismologiche. La missione, nome in codice “InSight”, è stata scelta dopo un lungo processo decisionale che aveva portato in “finale”, oltre a InSight, anche una missione su una cometa e un’altra destinata a far atterrare un nuovo lander su Titano, la luna di Saturno.

I segreti delle viscere di Marte

Il budget stimato è di 425 milioni di dollari, assai meno dei 2,5 miliardi spesi per Curiosity. In effetti, mentre Curiosity è stata realizzata come missione di bandiera della NASA nell’ambito dell’esplorazione del sistema solare, InSight sarà molto più simile a Phoenix, l’ultimo lander americano inviato su Marte nel 2008, ed è parte del programma Discovery, l’insieme di missioni pensate dalla NASA per esplorare più a fondo i segreti dello spazio (tra cui gli esopianeti con il telescopio spaziale Kepler). InSight avrà come obiettivo quello di studiare la geologia interna di Marte, la natura del suo nucleo e soprattutto i suoi terremoti: ce ne sono o meno su Marte? Per rispondere a questa domanda, InSight atterrerà nelle vicinanze dell’equatore del pianeta nel settembre 2016, portando con sé un sismometro, SEIS, che sarà posizionato sulla superficie di Marte per rilevare eventuali terremoti. Un tentativo era già stato fatto nel 1976 con Viking 2, ma il sismometro in quel caso fu danneggiato dal vento.

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“L’esplorazione di Marte è una delle massime priorità della NASA, e la selezione di InSight ci assicura di continuare a svelare i misteri del Pianeta Rosso e gettare le basi per una futura missione umana lì”, ha dichiarato l’amministratore dell’agenzia spaziale americana, Charles Bolden. “Il recente successo dell’atterraggio del rover Curiosity ha galvanizzato l’interesse pubblico nell’esplorazione spaziale, e l’annuncio di oggi rende chiaro che ci sono altre eccitanti missioni su Marte in vista”. In realtà, la NASA ha dovuto subire un taglio del 20% dei finanziamenti pubblici per le missioni di esplorazione planetaria, costringendo l’agenzia a ritirarsi dalla missione ExoMars guidata dall’ESA, l’agenzia spaziale europea, con l’obiettivo di inviare due rover nel 2016 e nel 2018. L’Europa intende andare avanti da sola, ma l’America non vuole affatto abbandonare Marte. Piuttosto, cercare di fare meglio con meno.

Perché tornare su Marte

InSight perforerà la superficie di Marte fino a 5 metri, per registrare il calore interno del pianeta, mentre altri strumenti tenteranno di stabilire attraverso misure indirette la struttura del nucleo interno di Marte, come è nato e come si è evoluto. La scelta di Marte lascia però scoperto il sistema solare esterno, dove nel 2017 la sonda Cassini terminerà la sua missione precipitando nell’atmosfera di Saturno. Il “Titan Mare Explorer”, un’altra delle tre proposte finaliste, avrebbe dovuto prendere il posto di Cassini studiando la più interessante delle lune di Saturno, Titano, coperta da oceani di metano. La verità è che InSight è una missione più economica e soprattutto più sicura, visti gli ultimi successi della NASA su Marte. Mentre, anche se la missione Cassini-Huygens inviata nel sistema di Saturno è stata un autentico trionfo, la complessità di far scendere un lander su Titano (più sofisticato di Huygens, che su Titano ha operato solo pochi minuti) è senz’altro maggiore.

MARS CURIOSITY

Ma ci sono anche altre spiegazioni. Da un lato, infatti, il sistema solare esterno sarà oggetto d’indagine di una missione dell’ESA prevista per il 2020 e che avrà come obiettivo Europa, la luna di Giove che nasconde un oceano di acqua liquida sotto la sua superficie ghiacciata. Dall’altro, le comete sono già state studiate da precedenti missioni – in particolare Giotto, Stardust e Deep Impact – e non sono dunque una novità. Certo, non lo è nemmeno Marte. Ma non solo Marte è più vicino: è anche l’unica meta certa delle future missioni di esplorazione umana, con l’intento di stabilire entro la prima metà di questo secolo una base permanente abitata da esseri umani. Prima di questo difficilissimo passo, la NASA vuole sapere tutto, ma proprio tutto sul Pianeta Rosso. Per questo, le missioni di esplorazione robotiche non finiranno certo con InSight.

Intanto, Curiosity – anche se non ha ancora preso a muoversi – ha già realizzato con successo la sua prima analisi spettroscopica di una roccia marziana. Il 19 agosto il rover ha testato il suo laser su una roccia vicina al sito di atterraggio, e la sua ChemCam per la registrazione delle spettro chimico. Ora si aspetta solo che Curiosity scaldi i motori e inizia a mettersi in moto per il primo sito di indagine, a 400 metri dalla sua attuale posizione.

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