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La dieta contro la perdita di memoria? Carote, patate dolci e cavolo

I ricercatori hanno scoperto che le persone con alti livelli di carotenoidi nel sangue hanno una memoria migliore. Ecco cosa dovete mangiare.
A cura di Zeina Ayache
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Un recente studio svela che carote, patate dolci e cavolo riccio contengono una sostanza che è in grado di prevenire la demenza nelle persone che hanno raggiunto la terza età. A quanto pare infatti il composto che rende piante e vegetali particolarmente colorati supporta le funzioni cerebrali: i dati raccolti hanno dimostrato che i soggetti con un livello minore di carotenoidi devono attingere ad una maggiore quantità di energia per completare i compiti legati alla memoria. Lo studio, intitolato “Relationship of lutein and zeaxanthin levels to neurocognitive functioning: An fMRI study of older adults” è stato pubblicato sul Journal of the International Neuropsychological Society.

I ricercatori della University of Georgia spiegano di aver analizzato il cervello di 40 adulti, tra i 65 e gli 86 anni, attraverso risonanza magnetica funzionale mentre gli veniva chiesto di ricordare alcune parole che avevano sentito precedentemente. La risonanza ha permesso di constatare come i livelli di carotenoidi influenzassero l’attività cerebrale. Ma non solo. Tra le sostanze che migliorano le capacità mnemoniche ci sono anche la luteina, utilizzato anche come additivo alimentare con il codice E161b, e la zeaxantina, usata come colorante alimentare con il codice E161h.

Gli scienziati spiegano che, con il passare dell’età, il cervello (in un certo senso) si deteriora, ma cerca di compensare le mancanze ad esempio richiedendo più energia per completare un’attività che qualche anno prima ne richiedeva meno. Attenzione dunque, carotenoidi, luteina e zeaxantina non permettono di ricordare di più, ma di avere meno necessità di energia per ricordare lo stesso numero di parole.

Insomma, incrementare le porzioni di carote, patate dolci e cavolo potrebbe permettere al nostro cervello di mantenersi più giovane e reattivo. Quante dobbiamo mangiarne? A questa domanda, gli scienziati non hanno dato una risposta, purtroppo.

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