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L’Homo floresiensis si estinse prima di quanto pensato

Lo sostiene uno studio che ha elaborato una nuova datazione per i resti del cosiddetto “Hobbit indonesiano”, grazie a nuovi scavi che hanno precisato la collocazione dei diversi strati archeologici.
A cura di Nadia Vitali
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La caverna di Liang Bua, sull'isola di Flores, dove sono stati ritrovati i resti (Immagine Di Rosino via Wikipedia)
La caverna di Liang Bua, sull'isola di Flores, dove sono stati ritrovati i resti (Immagine Di Rosino via Wikipedia)

Uno studio pubblicato da Nature mette in discussione la datazione dei resti di un'antica specie di ominide che visse nelle isole indonesiane: in accordo con le conclusioni degli scienziati del Research Centre of Human Evolution della Griffith University, infatti, l'Homo floresiensis avrebbe un'età di circa 50.000 anni, ossia sarebbe molto più vecchio di quanto creduto fino ad oggi.

L'Hobbit indonesiano: un sapiens microcefalo…

Nel 2003 tornarono alla luce, nella caverna di Liang Bua sull'isola di Flores, dei fossili: osservazioni ulteriori consentirono di stabilire che i crani e le ossa, appartenenti ad una decina di individui, dovevano appartenere ad una specie fino ad allora ignota, che aveva vissuto sulla remota isola. L'età dei reperti era stata stimata tra i 13.000 e gli 11.000 anni, lasciando quindi supporre addirittura una prolungata convivenza con l'Homo sapiens. La statura e la capacità cranica ridotta – caratteristiche che hanno fatto guadagnare ai resti il soprannome di "Hobbit indonesiano" – avevano addirittura portato ad ipotizzare che si trattasse proprio di individui della nostra specie affetti da microcefalia. Ma pare che le cose non stiano esattamente così.

… O una specie estinta da molto?

Il professor Maxime Aubert, a capo dello studio, ha misurato l'età dei reperti attraverso il metodo della datazione uranio-torio (ossia, basata sui tempi di decadimento degli isotopi radioattivi). I risultati sono definiti inequivocabili dall'archeologo e dicono che il più giovane tra gli scheletri risale a circa 60.000 anni fa, anche se ci sono manufatti in pietra che hanno un'età inferiore, di circa 50.000 anni.

I primi rilievi avevano portato a credere che gli abitanti della cava fossero il frutto dell'evoluzione di un ramo, del complesso albero genealogico degli ominidi, finito sull'isola di Flores almeno un milione di anni fa e qui rimasto fino a 12.000 anni fa. Ma le campagne di scavo sullo stesso sito hanno aiutato a ricostruire uno scenario ben diverso, comprendendo meglio l'ordine degli strati archeologici: ne è emerso, così, che le ossa dell'Hobbit erano più vecchie di quanto ritenuto.

Le ossa di uno degli esemplari di Homo floresiensis (Immagine di Ray via WIkipedia)
Le ossa di uno degli esemplari di Homo floresiensis (Immagine di Ray via WIkipedia)

Che fine ha fatto l'Homo floresiensis?

Scomparso circa 50.000 anni fa, ma perché? E come? Secondo gli autori dello studio, è probabile che all'Hobbit indonesiano toccò in sorte lo stesso destino che subì l'europeo Neanderthal: semplicemente, l'arrivo di un nuovo ominide, l'Homo sapiens, creò una maggiore competizione per le risorse. Nel giro di poche migliaia di anni, la nuova specie aveva completamente rimpiazzato la precedente. Forse alcuni ominidi si ritirarono nelle aree più remote dell'isola di Flores, laddove i resti sono venuti alla luce, evitando così la nostra specie per un po': ma, per dirla con le parole di uno degli autori, l'archeologo Adam Brumm, essi avevano ormai i giorni contati, nel momento in cui mettemmo piede sull'isola.

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