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L’assunzione di funghetti allucinogeni crea un cervello iperconnesso

Uno studio ha svelato che i cosiddetti funghetti magici agiscono sulla nostra mentre creando connessioni tra regioni del cervello prima completamente sconnesse tra loro. Questo dà vita ad allucinazioni e variazioni nei sensi.
A cura di Marco Paretti
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funghi allucinogeni mente iperconnessa

Secondo molti sono stati la fonte d'ispirazione delle più popolari canzoni di una generazione. Sono i cosiddetti funghetti magici, da sempre ritenuti responsabili di allucinazioni e variazioni degli stati d'animo, la cui causa è sempre sfuggita agli occhi degli scienziati.
Molte persone, infatti, affermano che questi funghi sono in grado di indurre esperienze creative e spirituali, ma fino ad ora non era ben chiaro l'elemento in grado di provocare questo tipo di esperienza. Uno studio ha finalmente svelato che il suo ingrediente più attivo, la psilocibina, crea una mente iperconnessa che collega regioni del cervello normalmente senza alcun tipo di legame.

Queste connessioni danno vita a vivide allucinazioni, spesso rendendo i colori più saturi e "rompendo" i confini degli oggetti. L'incremento dell'attività cerebrale può inoltre essere il responsabile della sinestesia, il fenomeno nel quale sensi differenti vengono associati gli uni agli altri.
Alcuni utilizzatori di funghetti magici affermano di aver attraversato fasi nelle quali potevano assaporare i colori, vedere i rumori e "sentire" gli odori. È una delle esperienze più profonde che essi hanno attraversato nella propria vita, persino se paragonata alla nascita dei loro figli.

funghetti allucinogeni mente iperconnessa

La ricerca ha messo a confronto la immagini del cervello di chi stava assumendo un placebo e chi stava assumendo i funghetti. I test hanno prodotto risultati estremamente differenti; le immagini degli utilizzatori di funghi hanno mostrato un numero anomalo di connessioni tra regioni del cervello, soprattutto perché mettevano in collegamento parti solitamente sconnesse.
La scoperta potrebbe portare ad un ulteriore passo avanti nella ricerca sulla coscienza, da sempre punto fondamentale della neuroscienza. Un altro studio ha svelato che l'attività cerebrale di chi sta sognando è simile a quella di chi ha assunto i funghetti allucinogeni. La psilocibina incrementa l'attività delle aree primitive della mente collegate al pensiero emotivo, attivando più aree alla volta. "Le persone spesso descrivono l'assunzione di psilocibina come uno stato simile al sogno e la nostra ricerca ha creato una rappresentazione fisica dell'attività del cervello in questo stato" ha commentato Robin Earhart-Harris, uno dei medici coinvolti nella ricerca.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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