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Inquinamento gravissimo: ormai ha raggiunto anche gli angoli più nascosti della Terra

Elevate concentrazioni di policlorobifenili (PCB) e altri pericolosi inquinanti sono state trovate nei crostacei anfipodi che vivono nella Fossa delle Marianne e nella Kermadek Trench, due degli habitat più remoti della Terra.
A cura di Andrea Centini
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Ricercatori dell'Università di Aberdeen (Scozia) hanno scoperto elevate concentrazioni di sostanze inquinanti – come policlorobifenili (PCB) ed eteri di difenile polibromurato (PBDE) – in tre specie di crostacei anfipodi, raccolti attraverso apposite trappole a una profondità compresa tra 7 mila e 10 mila metri. Le aree coinvolte sono la celebre Fossa delle Marianne e la meno conosciuta Kermadek Trench, due degli habitat più remoti e ‘incontaminati' del nostro pianeta. Il dato sconcertante diffuso dagli studiosi suggerisce che l'inquinamento è ormai è talmente diffuso e radicato che ha raggiunto anche aree praticamente inesplorate della Terra, come un vero e proprio cancro capace di aggredire tutto l'organismo.

Benché i PCB siano stati banditi da moltissimi anni a causa degli enormi rischi ambientali, si stima che ne sia state prodotte circa 1,5 milioni di tonnellate tra il 1930 e il 1970, e poiché essi non degradano naturalmente, quelli dispersi continuano a creare danni incalcolabili, soprattutto a livello ormonale. Le vittime principali di tali sostanze sono principalmente gli animali marini, nei quali risulta più evidente il fenomeno della cosiddetta magnificazione ecologica o bioamplificazione. In parole semplici, passando da preda a predatore, gli inquinanti si accumulano in maniera sempre più consistente nella parte superiore della catena alimentare, con le carni dei predatori alpha – come cetacei o squali – ricchissime delle suddette sostanze. Sono noti ad esempio gli altissimi livelli di mercurio presenti nelle carni di balene e delfini, che finiscono sulle tavole delle popolazioni che ancora ne consumano.

Il dato emerso dalla ricerca scozzese, coordinata dal professor Alan Jamieson, è ancor più preoccupanti di quanto si possa immaginare: “Nella fossa delle Marianne – ha sottolineato lo studioso – i più alti livelli di PCB risultano essere cinquanta volte superiori a quelli rilevati nei granchi delle risaie alimentate dal fiume Liaohe, uno dei fiumi più inquinati in Cina”. Nella Fossa delle Marianne, la depressione oceanica più profonda (circa 11 mila metri), sono stati rivelati livelli più elevati di PCB, mentre una maggiore concentrazione di PBDE sono risultati nella Kermadek Trench, un'altra depressione del Pacifico, che arriva a 10 mila metri. I dettagli dello studio sono stati pubblicati su Nature Ecology & Evolution.

[Foto di Daiju Azuma]

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