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Inquinamento dell'aria, record europeo per la pianura padana

Secondo i rilievi effettuati tra aprile e settembre 2011 dalla European Environment Agency, le percentuali più alte di ozono nell’atmosfera sono state registrate nell’area della Pianura Padana: che detiene così il triste record della peggior qualità dell’aria d’Europa.
A cura di Nadia Vitali
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Secondo i rilievi effettuati tra aprile e settembre 2011 dalla European Environment Agency, le percentuali più alte di ozono nell atmosfera sono state registrate nell area della Pianura Padana, che detiene così il triste record della peggior qualità dell aria d'Europa.

In Italia è allarme ozono; e ancor più lo è in Pianura Padana, dove l'inquinamento dell'aria ha fatto registrare punte record che dovrebbero destare grossa preoccupazione non soltanto nella popolazione civile ma soprattutto tra istituzioni ed amministrazioni regionali. In tutta l'Europa, il nord Italia è la regione che ha fatto registrare il numero più elevato di «sforamenti di ozono a terra»: portato a quote basse dalle temperature alte e dai raggi solari, l'ozono è il risultato dell'interazione tra gli inquinanti presenti nell'aria quali il monossido di carbonio o gli ossidi di azoto (derivanti non solo dalle attività industriali ma anche semplicemente dai trasporti), che si combinano dando origine a sostanze altamente velenose che vengono quotidianamente inalate dai cittadini, causando patologie respiratorie e malattie mortali. «Ormai i rapporti che denunciano la pessima qualità dell'aria in Italia, e specialmente nelle regioni del nord, non si contano più. Ma le autorità regionali e locali, come in Lombardia e Veneto, continuano a ignorare il problema prendendo solo misure minori come le domeniche a piedi» quando il problema riguarda principalmente «strutture preistoriche come inceneritori e centrali a carbone, ecomostri che dovrebbero appartenere per sempre al passato», ha dichiarato Andrea Zanoni, eurodeputato dell'Idv.

A monitorare la situazione è stata la European Environment Agency che ha reso noti i dati europei nel report Air Pollution by ozone across Europe presentato a Copenaghen qualche giorno fa: sulle 343 stazioni installate nel nostro paese, ben 149 hanno fatto registrare numeri superiori alla soglia di sforamento. In riferimento all'intero territorio europeo, inclusi alcuni stati non UE presi in esame come la Turchia, sono tre le aree che hanno fatto registrare le punte record che denotano il picco di pericolosità ambientale: una si trova in Spagna, una in Bulgaria e l'altra in Lombardia. L'Italia detiene dunque la maglia nera dell'inquinamento, accompagnata da Spagna e Grecia, ma con tutta l'area settentrionale connotata dagli indici più alti in assoluto per quanto riguarda la percentuale di ozono a terra: effettivamente non una novità, giacché da tempo è noto come il nord Italia sia stretto nella morsa delle sostanze tossiche che lo avvolgono, cause anche di recenti nevicate chimiche nell'area della Brianza. Ma, senz'altro, un dato che dovrebbe essere sempre ricordato, soprattutto da chi ha il dovere di mettere un freno all'avanzare dei pericoli ambientali nel nostro martoriato territorio.

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