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Aggiornamenti sull'influenza

Influenza, l’anno di nascita rivela di quale ceppo ci si potrà ammalare

La ricerca, pubblicata sulla rivista Science, è stata realizzata da un team di ricercatori delle Università della California e dell’Arizona. Il tutto sarebbe da ricondurre ad un “imprinting immunologico”, per cui se da bambini si è contratto un tipo di virus, è più probabile da grandi di non venirne colpiti.
A cura di Ida Artiaco
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Dimmi di che anno sei e ti dirò che di tipo di influenza ti ammalerai. Non si tratta di un indovinello, ma di una constatazione scientifica, dimostrata da un team di esperti delle Università di California e Arizona e pubblicata all'interno di uno studio approfondito sulla rivista Science: la facilità con cui si contrae un particolare tipo di influenza può dipendere, almeno in parte, dall'anno di nascita, prevedendo a quale ceppo si sarà più suscettibili ed esposti nel corso dell'adolescenza e dell'età adulta.

La ricerca e l'imprinting immunologico

Analizzando un campione di 1400 pazienti, i ricercatori si sono concentrati su due virus in particolare, H5N1 e H7N9, a loro volta sottotipi dell'influenza A, conosciuta anche come "Aviaria". In particolare, il primo tipo sarebbe contratto a maggioranza da bambini e teenager, il secondo dai più anziani. Questi virus si trasmettono dagli animali all'uomo, e in maniera meno frequente da uomo a uomo, ma soprattutto con una distinzione netta per fasce d'età. Il che si spiegherebbe con una sorta di diversa immunità nei due gruppi di persone, che bisogna ricercare nella prima infanzia, e in particolare nella prima infezione.

In altre parole, il fatto che un soggetto sia venuto a contatto con un certo tipo di virus durante i primi anni di vita lo renderebbe libero dall'ammalarsi in età adulta. Per questo, nella ricerca in questione si parla di "imprinting immunologico", che dà una forte protezione all'organismo contro l'insorgere di gravi infezioni. Ciò avviene perché quando un soggetto contrae per la prima volta il virus influenzale, il sistema immunitario produce degli anticorpi che attaccano l'emoagglutinina, un recettore a forma di lecca lecca che si trova sulla superficie del virus e che può presentarsi in due varianti.

Cosa succede a coloro che sono nati dopo il 1968?

"Se un bambino – spiega Michael Worobey, uno degli autori dello studio – viene infettato da  una di queste varianti, da adulto, quando incontrerà un variante simile di questa proteina, avrà una probabilità molto bassa di ammalarsi, avendo acquisito da piccolo una sorta di protezione". In particolare, gli scienziati hanno notato che lo spartiacque tra i diversi gruppi potrebbe essere il 1968. Le persone nate prima di quest'anno, infatti, sono state esposte da bambini, generalmente, a una variante simile a quella del ceppo H5N1, e dunque ne sono in qualche modo più immuni degli altri, mentre risultano più vulnerabili al ceppo H7N9, e viceversa. Queste osservazioni sono molto importanti nel caso in cui si debba far fronte a nuove, gravi epidemie di influenza, che ogni anno colpiscono in media l'8% della popolazione mondiale. Tuttavia, bisogna sottolineare che queste protezioni non evitano necessariamente di contrarre la malattia, ma ne riducono molto gli effetti. In particolare, il rischio di sviluppare un'infezione grave diminuisce del 75% e il rischio di morte dell'80%.

Che cos'è l'influenza e cosa dobbiamo aspettarci nel 2016

L'influenza è una malattia infettiva acuta, causata da virus diversi e dunque caratterizzata da sintomi variabili. Quella stagionale, generalmente attesa nei mesi più freddi dell'anno, si distingue in tre diversi tipi A, B e C. Quella in arrivo nell'inverno 2016/2017 si preannuncia più prepotente delle precedenti, con circa 7 milioni di persone che saranno costrette a letto nei prossimi giorni. Responsabili di questa situazione saranno i nuovi virus, che bisognerà prevenire con ogni mezzo possibile, tra cui il vaccino antinfluenzale.

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