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Il traffico fa male il doppio: le ore di punta sono le più pericolose

Attraverso un dispositivo montato sul sedile del passeggero, ricercatori americani hanno determinato che nel traffico delle ore di punta siamo esposti a un livello di sostanze inquinanti doppio rispetto a quello rilevato dai sensori esterni.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca composto da studiosi dell'Università di Duke, dell'Università Emory e dell'autorevole Georgia Institute of Technology ha determinato che, quando ci troviamo imbottigliati nel traffico delle ore di punta, siamo esposti al doppio delle sostanze chimiche inquinanti rispetto a quanto si credesse in precedenza. Sino ad oggi indagini di questo tipo sono state effettuate attraverso i dati raccolti dai sensori che monitorano 24 ore su 24 la sede stradale. I ricercatori americani, coordinati dal professor Michael Bergin, docente di Ingegneria civile e ambientale presso l'ateneo di Durham, hanno ipotizzato che all'interno degli abitacoli la situazione poteva essere diversa da quella registrata all'esterno, e così hanno progettato dispositivi ad hoc da installare sul sedile del passeggero.

Dopo averne piazzati trenta su altrettanti veicoli, hanno inviato i volontari a percorrere le strade di Atlanta nelle ore di punta, affrontando percorsi distinti come autostrade, strade extraurbane e trafficatissime vie cittadine. Dall'analisi dei sensori è emerso il dato doppio sulle concentrazioni delle sostanze che scatenano il cosiddetto stress ossidativo, un processo che, secondo diverse ricerche, è responsabile di numerose e gravi malattie. Tra esse il cancro, eventi cardiovascolari, patologie neurodegenerative e respiratorie.

Un'illustrazione del dispositivo installato sulle auto: credit Heidi Vreelan
Un'illustrazione del dispositivo installato sulle auto: credit Heidi Vreelan

“Se queste sostanze chimiche sono così pericolose per le persone come molti ricercatori sostengono, allora i pendolari dovrebbero seriamente ripensare le proprie abitudini di guida”, ha sottolineato l'autore principale dello studio. “Ci sono molte ragioni per cui un campione d'aria in auto può avere livelli più elevati di alcuni tipi di inquinanti atmosferici”, ha sottolineato la dottoressa Heidi Vreelan, che ha partecipato alla ricerca. Secondo gli studiosi una delle ragioni principali risiede nel fatto che il calore prodotto dal sole, scaldando rapidamente il manto stradale, solleva le sostanze proiettate dai tubi di scarico e le porta facilmente al livello dell'abitacolo. I ricercatori, che hanno pubblicato i risultati della propria indagine sulla rivista scientifica specializzata Atmospheric Environment, effettueranno i test anche in altre città americane.

[Foto di nanira]

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