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Il profumo di rose sarà estratto dal lievito

Un gruppo di bioingeneri ha realizzato un profumo alla rosa che non prevede l’utilizzo del fiore stesso, ma l’impiego del lievito.
A cura di Zeina Ayache
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Il profumo delle rose estratto dal lievito
Il profumo delle rose estratto dal lievito

Un gruppo di esperti di Boston sta sviluppando un profumo che ha l'esatto odore della rosa, ma che in realtà è lievito. Attraverso questa tecnologia che stanno implementando, i ricercatori puntano a produrre una vasta gamma di profumi che anche il naso più allenato non riuscirebbe a distinguere da quelli veri.

Rose rosse per te

L'olio di rosa utilizzato per realizzare il profumo di solito viene raccolto in grossi campi di fiori sparsi per l'Europa, in particolare si trovano in Bulgaria e in Turchia, ma la qualità e il prezzo di questo prodotto è variabile, poiché influenzato dalle condizioni climatiche o anche semplicemente dalla stagione. Per questi motivi i produttori spesso utilizzano alternative artificiali.

Profumo di lievito

Il prezzo e la qualità delle rose varia a seconda delle condizioni climatiche e delle stagioni
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Per realizzare un profumo il più simile possibile a quello della rosa, i bioingegneri del Gingko Biowork, come spiegato a New Scientist dal bioingegnere Aviva Rutkin, hanno codificato i geni di questo fiore, scoprendone gli enzimi responsabili della produzione dell'odore. Grazie a questi hanno potuto identificare le miscele chimiche specifiche coinvolte nel profumo. Successivamente hanno modificato il genoma del lievito per creare ceppi di funghi capaci di produrre differenti reazioni che danno le stesse miscele trovate nel profumo della rosa stessa.

Non solo profumi

Quella della rosa non è l'unica fragranza alla quale i bioingegneri stanno lavorando e, per ottenere i migliori risultati possibili, stanno collaborando con l'azienda Robertet, specializzata proprio in aromi e profumi, ai quali vengono spediti i prodotti finiti per una valutazione della qualità. L'obiettivo è quello di arrivare alla realizzazione di prodotti da vendere al grande pubblico. Ma non è tutto, la Gingko Biowork sta lavorando anche allo sviluppo di cibi fermentati ed edulcoranti. “Gli aromi chimici che un tempo si ottenevano dall'estrazione dalle piante o attraverso composti sintetici, ora possono essere realizzati grazie alla fermentazione”, ha spiegato Aviva Rutkin.

Carne in laboratorio… e non solo

Carne in laboratorio e formaggio vegano sono i cibi del futuro
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Non stiamo parlando di utopia. Già nel 2013, infatti, lo scienziato olandese Mark Post è riuscito a creare un hamburger partendo dalle cellule staminali di una mucca, che sono state sviluppate in vitro fino ad ottenere un pezzo di “carne” di 140 grammi. L'hamburger è costato 250.000 sterline e per realizzarlo ci sono voluti tre mesi. Dalla California arriva anche il formaggio vegano, frutto del lavoro degli scienziati del Counter Culture Labs e del BioCurious che sono partiti dal genoma animale, dal quale hanno scelto le sequenze genetiche delle proteine del latte, copiate poi attraverso il lievito di birra.

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