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Il primo DNA fenicio

Sequenziato il genoma mitocondriale di un giovane vissuto a Cartagine circa 2.500 anni fa: si tratta del primo DNA fenicio conosciuto.
A cura di Nadia Vitali
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Ricostruzione delle fattezze del giovane di Byrsa
Ricostruzione delle fattezze del giovane di Byrsa

Un gruppo di ricercatori ha sequenziato il genoma mitocondriale completo di un uomo vissuto nel VI secolo a. C., i cui resti erano venuti alla luce nel 1994 sulla collina di Byrsa, a Cartagine: si tratta del primo caso in cui gli scienziati indagano nel patrimonio genetico di un antico fenicio.

Un patrimonio genetico singolare

Il lavoro dei ricercatori ha accertato che l'uomo apparteneva ad un aplogruppo europeo piuttosto raro, il quale probabilmente collega i suoi antenati per via materna a qualche località della costa settentrionale del Mediterraneo, verosimilmente in Penisola Iberica. Per intenderci, un aplogruppo è un gruppo genetico con un progenitore comune e, in questo caso, gli scienziati si sono concentrati sull'aplogruppo del DNA mitocondriale; quest'ultimo, com'è noto, si trasmette per via materna ai figli di ambo i sessi ed è, quindi, un potentissimo studio per tracciare la matrilinearità, risalendo indietro per generazioni e generazioni.

Lo studio, spiegano i ricercatori nel loro articolo pubblicato da PLOS ONE, fornisce la prima prova della presenza dell'aplogruppo mitocondriale europeo U5b2c1 in Nord Africa e consente di stabilire il suo arrivo in questi territori almeno al VI secolo a. C., se non prima. U5b2c1 è considerato uno dei più antichi aplogruppi europei ed è associato con le popolazioni locali di cacciatori e raccoglitori; oggigiorno è piuttosto raro, essendo presente soltanto in meno dell'1% della popolazione del Vecchio Continente. Curiosamente, il giovane di Byrsa mostra un corredo genetico mitocondriale che coincide con alcuni abitanti moderni del Portogallo.

I fenici tra storia e leggenda

Come è noto, la civiltà fenicia fiorì lungo le coste del moderno Libano, dove sorsero importanti città come Biblo, Tiro e Sidone. Abili naviganti e scaltri commercianti, i fenici fondarono empori in diversi punti del Mediterraneo, alcuni dei quali destinati a diventare delle vere e proprie colonie: Cartagine, sulle coste della Tunisia, fu una di queste.

La leggenda romana voleva che a fondare Cartagine fosse stato un manipolo di uomini fuggiti da Tiro e guidati dalla regina Elissa, la Didone abbandonata da Enea: una volta stabilitisi nel territorio africano, la sovrana aveva ottenuto dal re Iarba il permesso di restare su un territorio ampio quanto una pelle di bue. Elissa scelse una piccola penisola che si allunga sul mare, tagliò in strisce sottilissime la pelle ed ottenne il suo regno, Cartagine, che per molti secoli sarebbe rimasto il più importante centro commerciale dei fenici (o Punici).

Antichi fenici e libanesi moderni

Per cercare di capire quanto resta negli uomini moderni di questo antico fenicio, i ricercatori hanno analizzato il DNA mitocondriale di 47 libanesi, non riscontrando in alcuno di essi il lignaggio U5b2c1; tuttavia, studi precedenti avevano trovato lo stesso aplogruppo in due antichi cacciatori-raccoglitori di un sito della Spagna nord-occidentale.

L'ipotesi, dunque, è che un'ondata di agricoltori proveniente dal nord-est abbia rimpiazzato questi antichi cacciatori-raccoglitori, anche se alcuni dei loro lignaggi sopravvissero più a lungo, probabilmente, in Spagna e sulle isole, finendo a Cartagine proprio attraverso l'intensissima rete commerciale fenicia. Quella stessa rete commerciale grazie alla quale venne introdotto il primo sistema di scrittura alfabetico.

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