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Il pesce rosso vive in un’ampolla? 100 euro di multa e scoppia la polemica

A Bologna, i proprietari di un locale hanno preso una multa da 100 euro per scorretta detenzione di un pesce rosso. L’animale viveva in un’ampolla che va contro ciò che prevede il regolamento cittadino. Ecco come dovrebbe essere l’acquario.
A cura di Zeina Ayache
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Dal locale bolognese Camera a sud scoppia una nuova assurda polemica: i proprietari del ristorante sono infatti stati multati per scorretta detenzione del pesce rosso Mostrobot che, secondo il regolamento citato dalle Guardie Zoofile chiamate in causa, non poteva continuare a vivere in un’ampolla trasparente. La legge parla chiaro, un pesce rosso non può essere tenuto all’interno di un acquario rotondo, che contenga meno di 30 litri di acqua e senza filtro meccanico.

I proprietari del Camera a sud, dopo una trattativa, dicono loro, di 45 minuti, sono riusciti ad ottenere uno sconto e così invece dei 200 euro previsti, ne hanno dovuti pagare solo 100. Quanto a Mostrobot, di lui si sa che è stato portato in un posto migliore: in pratica è stato tolto dalla vista di eventuali nuovi denuncianti, ma non è chiaro se per lui sia stato previsto ciò che la legge impone quindi, come dicevamo, un acquario con angoli, oltre i 30 litri di acqua di capienza e con filtro.

Il caso di Mostrobot sta facendo molto discutere, c’è infatti chi ritiene assurdo quanto avvenuto e in generale chi non comprende realmente le motivazioni delle Guardie Zoofile (oltre alla legge si intende). In fondo si tratta di un pesce rosso che vive in una boccia, nulla di nuovo. Alla fine di questa storia abbiamo imparato che è assurdo che si pretenda che un pesce rosso possa godere di diritti perché, in fondo, di cosa altro ha bisogno dopo che gli viene offerta un’ampolla, un po’ di mangime e tanto affetto? Per non parlare delle gioie del lavaggio quotidiano con retino e risciacquo nel lavandino. Non è forse questa la vita che ogni pesce rosso sogna per sé? Sempre che ad un pesce rosso sia concesso sognare, o anche solo sia accordata la possibilità di conferirgli quel minimo di “intelligenza” da poter sentirsi costretto all’interno di uno spazio alienante.

Una polemica assurda dicevamo, sì ma non tanto perché i ristoratori siano stati multati, quanto semmai per la reazione degli indignati che trovano inconcepibile l’esistenza di un regolamento a salvaguarda del benessere animale e a sostegno del “si è sempre fatto così”. E infatti è vero. Si è sempre pensato che un pesce rosso potesse essere un ottimo  soprammobile, colorato e interattivo, poco impegnativo e dalle dimensioni contenute, sia l’animale che il suo acquario. L’evoluzione culturale ci insegna però che c’è sempre tempo per migliorare le nostre abitudini a favore del buon senso e della cultura: non bisogna essere Piero Angela per capire che le richieste dei regolamenti rappresentino il minimo sindacabile per rispettare la biologia del pesce rosso.

Fino a qualche anno fa per insegnare ad un cane a “fare il seduto” venivano imposte una serie di vessazioni fisiche come l’utilizzo di collare a strozzo e la pressione decisa sul posteriore dell’animale, per non parlare di come fosse normale legare un cane alla catena e lasciarlo vivere così in giardino. Oggi, grazie a chi ha saputo chiedersi quale potesse essere il modo più corretto per comunicare con il migliore amico dell’uomo, si è compreso che per chiedere a Fido di sedersi le botte non erano necessarie, anzi. Ugualmente si è compreso che un cane necessità di libertà e passeggiate. Accade dunque che, per quanto ad alcuni possa sembrare estremo ed estremista, un pesce rosso abbia necessità che non comprendono una mini ampolla dentro la quale girare a vuoto. E non è solo una questione di spazi: in così poca acqua infatti aumentano i livelli di ammoniaca che rendono l’ambiente tossico uccidendo l’animale (questo spiega perché muoiano così facilmente).

Ma come si gestisce un acquario per pesci rossi?

Il vero nome del pesce rosso è Carassius auratus auratus ed è un pesce di acqua dolce che, in natura, vive per lo più in Asia Centrale e raggiunge anche i 30-40 centimetri di lunghezza, senza contare la coda. Il suo habitat naturale sono i fiumi, i laghi e in generale gli specchi d’acqua in cui può spostarsi liberamente, il suo habitat artificiale invece si basa su un acquario con angoli, dalla capienza minima di 30 litri e con un filtro, un ossigenatore e un termoriscaldatore che permettono all’ambiente di mantenersi in equilibrio con quelle che sono le necessità dell’animale.

Concludendo, la vicenda di Mostrobot ci ha insegnato una cosa: se desiderate un pesce rosso e proprio non volete prendergli un acquario adeguato, almeno non fatevi vedere.

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