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Il perioftalmo atlantico cammina e si nutre grazie alla lingua idrodinamica

Uno studio rivela le tecniche di caccia del perioftalmo atlantico che utilizza la sua lingua idrodinamica per riuscire ad inghiottire le prede.
A cura di Zeina Ayache
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Il perioftalmo atlantico si nutre sulla terraferma con una lingua idrodinamica
Il perioftalmo atlantico si nutre sulla terraferma con una lingua idrodinamica

Un recente studio ha dimostrato come il perioftalmo atlantico riesca a nutrirsi quando non è in acqua. Questo pesce, il cui vero nome è Periophthalmus barbarus, è conosciuto anche come saltafango ed è appartenente alla famiglia dei Gobiidae. Lungo circa 25 cm, si trova nelle paludi di mangrovie dell'Africa orientale, del Pacifico Occidentale e dell'Oceano Indiano e vive molto tempo sulla terraferma, dove si nutre di vermi, mosche, piccoli peschi, crostacei e grilli. Proprio quest'ultima attività è l'oggetto dell'attenzione del professor Krijn B. Micheal che si è chiesto come il perioftalmo riesca ad alimentarsi quando non si trova in acqua. Infatti, normalmente i pesci riescono ad inghiottire le loro prede grazie all'acqua che le spinge al loro interno, non hanno infatti una vera e propria lingua che sostituisca l'azione dell'acqua.

Attraverso lo studio intitolatoA fish that uses its hydrodynamic tongue to feed on land” (Un pesce che usa la sua lingua idrodinamica per nutrirsi sulla terraferma), Michel non solo ha dimostrato la geniale tecnica di caccia del perioftalmo, ma ha anche permesso lo sviluppo di nuove ipotesi su come si sia sviluppata la bocca durante il passaggio evoluzionistico dall'acqua alla terraferma.

Grazie all'impiego di telecamere ad altissima velocità e a raggi X, Michel ha potuto notare l'utilizzo di una bolla d'acqua come strumento per inghiottire. Partendo dalla consapevolezza che il perioftalmo raggiunge la terraferma con la cavità orale piena d'acqua, l'osservazione si è svolta in due momenti. Nel primo, lo studioso ha posizionato un gamberetto su una superficie asciutta e ha visto che il pesce apriva la bocca, dalla quale fuoriusciva l'acqua, ribattezzata “lingua idrodinamica”, che inglobava l'alimento, permettendone l'ingestione. Nel secondo, lo studioso ha posizionato una gamberetto su una superficie molto assorbente che ha quindi prosciugato l'acqua fuoriuscita dalla bocca del pesce. Ecco che, nel 70% dei casi, il perioftalmo è dovuto tornare in acqua per poter ingoiare il cibo trattenuto. Michel conclude che, per quanto non si possano escludere altri scenari, l'utilizzo di una lingua idrodinamica potrebbe essere considerato lo step evoluzionistico che ha portato allo sviluppo della bocca che noi conosciamo e che non richiede l'utilizzo di acqua.

[Foto copertina di Wikipedia.org]

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