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Philae è ancora “introvabile” ma potrebbe risvegliarsi a maggio

Cercare di comprendere dove si trova il lander atterrato sulla Cometa non è affatto semplice.
A cura di Nadia Vitali
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Osiris, a bordo di Rosetta, fotografa i punti in cui ha avuto luogo il "rimbalzo" di Philae (Credit: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Osiris, a bordo di Rosetta, fotografa i punti in cui ha avuto luogo il "rimbalzo" di Philae (Credit: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

Ricorderete l'atterraggio a dir poco avventuroso di Philae che aveva tenuto tutti con il fiato sospeso: già, perché un oggetto delle dimensioni di una lavatrice che rimbalza su una Cometa non si comporta esattamente come un pallone su un campo, ragion per cui i lunghi salti del lander richiesero più di un'ora e mezza affinché questo potesse assestarsi ed iniziare la sua attività. Attività che, come ben sapete, si è arrestata purtroppo prima del previsto: il punto di arrivo finale, infatti, era meno esposto alla luce rispetto a quello programmato, quindi i pannelli ad energia solare sono entrati in fase di ibernazione anzitempo. Poco male, comunque, perché Philae ha lavorato alacremente per quel che ha potuto, raccogliendo una grande quantità di dati interessanti. Tutto questo accadeva a metà novembre.

In cerca di Philae

Ebbene, ad oggi, dopo diverse settimane trascorse, gli scienziati non sono comunque ancora riusciti ad individuare perfettamente la posizione di Philae: la prima localizzazione, praticamente sull'argine di una depressione, si è rivelata non corretta. La cosa certa è che la posizione del lander non è favorevole a ricevere l'illuminazione solare. Nei mesi di novembre e dicembre i tentativi di OSIRIS, lo strumento di raccolta delle immagini a bordo di Rosetta, non sono stati determinanti. Al momento, spiega l'INAF, la sonda ha intrapreso anche un'orbita di allontanamento, ragion per cui sarà ancora più complesso riuscire nell'impresa che già di per sé è piuttosto difficile. In ogni caso, la ricerca potrebbe giungere a qualche buon risultato entro tempi brevi: il 14 febbraio è previsto un volo ravvicinato di Rosetta che giungerà a 6 chilometri dalla superficie della 67P/Churyumov-Gerasimenko, occasione per raccogliere immagini ad altissima risoluzione che potrebbero aiutare a trovare finalmente una risposta all'interrogativo. Dopodiché la sonda si allontanerà per un altro bel po'.

Una combinazione di cinque immagini realizzate con OSIRIS nel tentativo di identificare il punto preciso in cui è atterrato Philae realizzata lo scorso 12 novembre, quando Rosetta era a 12 chilometri dalla superficie della Cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko (ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Una combinazione di cinque immagini realizzate con OSIRIS nel tentativo di identificare il punto preciso in cui è atterrato Philae realizzata lo scorso 12 novembre, quando Rosetta era a 12 chilometri dalla superficie della Cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko (ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

Aspettando l'estate

Sempre nell'ambito delle previsioni possibili, comunque, pare anche che si possa cautamente sperare in un risveglio non troppo tardo di Philae che dovrebbe aver luogo sul finire della prossima primavera. Per allora, infatti, la presunta posizione del lander riuscirà a captare una maggiore quantità di raggi solari dall'alto: il suo orientamento non è comunque adatto a sfruttare appieno l'illuminazione ma, man mano che la cometa si avvicinerà al Sole, il robottino potrebbe utilizzare luce extra. Tra maggio e giugno, insomma, è verosimile che il lander si attivi lentamente e che ristabilisca così un collegamento con la sua sonda madre: a quel punto bisognerà anche sperare che Rosetta non sia troppo distante, in modo che senta distintamente gli impulsi provenienti dalla superficie della Cometa.

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