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Il fratello piccolo di Giove

Si tratta del primo esopianeta osservato grazie allo strumento Gemini Planet Imager.
A cura di Nadia Vitali
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Rappresentazione artistica di 51 Eridani b (Credits: Danielle Futselaar and Franck Marchis, SETI Institute)
Rappresentazione artistica di 51 Eridani b (Credits: Danielle Futselaar and Franck Marchis, SETI Institute)

C’è un nuovo pianeta ad impreziosire la collezione degli esopianeti osservati negli ultimi anni: si chiama 51 Eridani b ed è stato osservato grazie a Gemini Planet Imager (GPI), uno strumento operato da una collaborazione internazionale ed installato sul telescopio di 8 metri Gemini South in Cile. Designato specificamente per scovare ed analizzare giovani e flebili pianeti in orbita attorno a stelle luminose attraverso “immagini dirette”, GPI è alla sua prima scoperta.

Immagine diretta

«Questo è esattamente il tipo di pianeta che ci aspettavamo di scoprire quando abbiamo progettato GPI» ha spiegato James Graham, professore presso la University of California presso Berkeley e project scientist per GPI. Per lo più gli scienziati si servono di metodi di ricerca indiretti per individuare i pianeti, osservando la parziale perdita di luminosità che questi causano quando transitano dinanzi alla loro stella madre. In questo caso, invece, il sistema di ottica adattativa di GPI è stato utile per rilevare la luce stessa del pianeta in maniera diretta; un fatto abbastanza insolito che ha, quindi, meritato la pubblicazione sulle pagine di Science.

Giovani stelle con giovani pianeti

L’osservazione di sistemi stellari giovani ancora alle prese con le prime fasi del proprio sviluppo rappresenta uno dei modi migliori per comprendere in che modo il nostro sistema solare si è evoluto; e la giovane stella 51 Eridani si presta perfettamente allo scopo, con i suoi 20 milioni di anni d’età. Oltretutto la stessa caratteristica del pianeta risulta fondamentale per la sua osservazione diretta: la coalescenza dei materiali originari che si aggregano, infatti, porta al rilascio di grandi quantità di energia che potrà essere osservata nell'arco delle prossime centinaia di milioni di anni, per lo più nell'infrarosso.

Come si presenta il piccolo Giove

Molti degli esopianeti individuati dagli astronomi fino ad oggi hanno rivelato un'atmosfera che li rendeva molto più simili a delle stelle fredde, secondo quanto spiegato da Bruce Macintosh, professore di fisica presso la Stanford University, già a capo della fase di costruzione di GPI e adesso alla guida del progetto di ricerca dei pianeti. In questo caso, invece, lo scienziato ha spiegato che 51 Eridani b sembra veramente un pianeta.

Le osservazioni hanno rilevato che ha una massa circa due volte quella di Giove. Gli altri esopianeti osservati attraverso immagini dirette avevano mostrato una massa pari o superiore a cinque volte quella di Giove. Il pianeta è anche eccezionalmente "fresco", con una temperatura di circa 430 gradi centigradi, in luogo delle medie di circa 650.

Ma quello che probabilmente ha maggiormente catturato l'attenzione degli scienziati è stata la quantità di metano misurata: addirittura mai registrata fino ad ora su nessun esopianeta osservato. I Giovi alieni hanno sempre mostrato soltanto deboli tracce di metano: un dato distintivo, rispetto all'abbondanza di questo idrocarburo nell'atmosfera dei giganti gassosi nel nostro Sistema Solare. Tutte queste caratteristiche, sostengono i ricercatori, fanno supporre che 51 Eridani b sia veramente molto vicino a quello che, secondo i modelli, doveva essere Giove durante la sua infanzia.

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