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Il cervelletto ha una nuova e inaspettata funzione

Analizzando le cellule dei granuli presenti nel cervelletto dei topi i neuroscienziati hanno scoperto che esse si attivano in risposta a una ricompensa. Sino ad oggi si credeva che questi neuroni fossero legati al solo movimento e ad altre funzioni ‘minori’.
A cura di Andrea Centini
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cervelletto

Un'equipe di neuroscienziati dell'Università di Stanford (California) ha scoperto per puro caso una funzione inedita del cervelletto; i neuroni più numerosi in esso presenti, chiamati cellule dei granuli, rispondono infatti allo stimolo della ricompensa, quando sino ad oggi si riteneva che essi avessero un ruolo nel solo controllo dei muscoli e in altre funzioni basilari. La scoperta getta nuova luce sulla comprensione di questo criptico organo, molto più complesso da studiare rispetto al cervello vero e proprio a causa della grande densità di neuroni, che rende difficilissimo – quando non impossibile – il monitoraggio della loro attività con le tecniche di analisi convenzionali. Basti pensare che nel cervelletto, pur rappresentando solo il 10 percento dell'intero volume cerebrale, sono contenuti il 50 percento del totale dei neuroni. Nel cervelletto umano si stima vi siano ben 46 miliardi di cellule dei granuli, decisamente più numerosi delle più grandi e conosciute cellule del Purkinje.

Gli studiosi, coordinati dal professor Liqun Luo, un ricercatore presso lo Stanford Bio-X, l'Istituto di Neuroscienze dell'ateneo americano, volevano verificare in che modo le cellule dei granuli nel cervello dei topi controllano i movimenti degli arti anteriori, sfruttando una nuova tecnica chiamata “Two-photon calcium imaging”. Essa è in grado di attivare una sostanza specifica, la proteina fluorescente verde o GFP, prodotta naturalmente da animali bioluminescenti (come le meduse) e introdotta nei topi da laboratorio attraverso l'ingegnerizzazione del DNA. I ricercatori si aspettavano che le cellule dei granuli si sarebbero attivate in risposta ai movimenti dei topi, stimolati attraverso una leva che se premuta dispensava acqua zuccherata.

Effettivamente parte delle cellule si attivava in relazione alla risposta muscolare, ma una parte ben maggiore era strettamente correlata con l'attesa o la privazione della ricompensa. Ciò suggerisce che il cervelletto giochi un ruolo molto importante nei processi cognitivi, un dettaglio che dovrebbe spingere i neuroscienziati a studiarlo più a fondo. Il cervelletto infatti è stato spesso ‘snobbato' dalla ricerca scientifica proprio per le sue funzioni, ritenute meno ‘nobili' rispetto a quelle del cervello. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

[Illustrazione di sbtlneet]

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