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I primi 7 cuccioli di cane nati dalla fecondazione in vitro

Dalla Cornell University arriva la notizia della nascita dei primi 7 cuccioli di cane nati dalla fecondazione in vitro. Questa novità offre nuove opportunità legate all’ingegneria genetica.
A cura di Zeina Ayache
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Per la prima volta nella storia, è nata una cucciolata in seguito a fecondazione in vitro effettuata dalla Cornell University. Lo studio riguardante la scoperta è stato pubblicato su Public Library of Science ONE sotto il titolo di “Live Births from Domestic Dog (Canis familiaris) Embryos Produced by In Vitro Fertilization” e apre nuove opportunità per la conservazione di specie di cani a rischio estinzione e permette di approfondire le tecnologie legate alla modificazione genetica che aiutano ad isolare le malattie ereditarie dei cani stessi, i quali, tra l'altro, condividono circa 350 malattie ereditarie con l'uomo.

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Nello studio sono stati coinvolti circa 19 embrioni trasferiti nella madre surrogato che ha dato poi vita a 7 cuccioli sani, due dei quali provenienti da una femmina di Beagle, uno da un padre di Cocker Spaniel e cinque da una coppia di Beagle.

L'esperimento è iniziato dapprima dalla raccolta delle uova mature di femmina che, in un primo momento, sono state scelte da uno sbagliato stato di maturazione cellulare che non ne ha permesso la fertilizzazione. Successivamente si è compreso come agevolare l'efficacia dello sperma stesso.

Risolti questi due passaggi, i ricercatori hanno congelato gli embrioni che sono stati inseriti nella femmina al momento opportuno, quello cioè di massima fertilità. Questo tipo di fertilizzazione permetterà di conservare le specie animali in via di estinzione e, grazie agli sviluppi delle tecniche di modifiche genetiche, un giorno di darà la possibilità di rimuovere, ancor prima della fecondazione e direttamente dall'embrione, eventuali malattie ereditarie dei cani legate alle razze, come il linfoma dei Golden Retriever.

Inoltre, considerata la somiglianza genetica tra cani e umani di cui vi abbiamo parlato prima, in futuro potremmo sfruttare questo tipo di selezione genetica anche per noi stessi.

[Foto copertina di Cornell University]

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