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I pezzi del satellite in disuso? Potrebbero atterrare proprio sull'Italia

Previsto per venerdì 23 settembre il rientro in orbita del satellite UARS; secondo le simulazioni degli studiosi, non è escluso che alcuni frammenti possano cadere sulla nostra penisola. Tuttavia bisogna attendere ancora per avere dati certi.
A cura di Nadia Vitali
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Satellite Set To Plummet To Earth

Ricorderete come, un paio di settimane fa, la NASA avesse diffuso la notizia di un satellite in orbita ormai in disuso, che sarebbe rientrato entro la fine di settembre o, al massimo, ad ottobre, giorno più giorno meno. Naturalmente, secondo quanto sottolineato fin dall'inizio dall'agenzia responsabile per il programma spaziale statunitense, delle oltre cinque tonnellate che compongono l'oggetto, solo poco più di 500 chilogrammi raggiungeranno il suolo terrestre: tutto il resto si disintegrerà nel contatto con l'atmosfera, dando luogo ad una spettacolare esplosione.

Adesso, giacché il fatidico giorno si avvicina, è possibile avere dati più certi, che non è detto che rassicureranno tutti; anzi, probabilmente, saranno una brutta novità per i più allarmisti. Già perché la data dell'impatto è prevista per venerdì 23 settembre e, grazie a delle simulazioni che stanno effettuando in queste ore le agenzie spaziali, è stato possibile appurare che 26 frammenti del satellite, i quali hanno un certo potenziale di pericolosità, cadranno in un raggio di circa 600 chilometri.

Tra le possibili traiettorie di caduta anche l'Italia: stando alla mappa messa a punto dalla NASA, infatti, UARS, questo il nome dell'oggetto che dal 1991 era in orbita per effettuare studi sulla fascia di ozono, transita abitualmente sopra Emilia Romagna, Toscana e Liguria. Naturalmente, è bene sottolineare che si sta parlando di simulazioni fatte grazie a computer, ragion per cui è necessario aspettare le prossime ore, perché l'elaborazione dei dati possa confermare o smentire tale ipotesi.

Un eventuale intervento della Protezione Civile in questo scenario è stato già valutato: per questa ragione il capo del dipartimento, Franco Gabrielli ha convocato per questa mattina una riunione del comitato operativo assieme all'Agenzia Spaziale Italiana. Tuttavia, così come la NASA ha assicurato fin dal primo comunicato, non dovrebbero esserci rischi per le persone: la probabilità che un componente colpisca un essere umano è di 1 su 3200. Ma, si sa, nel dubbio, meglio stare attenti! (fonte ANSA)

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