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Nuova Zelanda, il Paese che vuole eliminare i gatti

Un economista neozelandese ha dichiarato guerra ai gatti: e non è il solo.
A cura di Redazione Scienze
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Non si tratta dell’ennesima bufala che vanta come protagonista una delle indiscusse star del web, il gatto, bensì una notizia che sta destando non poche polemiche tra gli amanti del felino domestico: Gareth Morgan, illustre economista neozelandese nonché esperto in questioni che riguardano l’ambiente, aspira a liberare del tutto il proprio Paese dalla presenza dei gatti e, allo scopo di promuovere e divulgare il più possibile il proprio obiettivo per renderlo quanto prima una realtà, ha dato vita ad una vera e propria campagna anti-micio attraverso il sito Cats to go. Una pagina nella quale viene spiegato «cosa sta facendo alla nostra fauna selvatica il tuo amico peloso», il gatto colpevole di "assassinare" decine di animaletti.

Sia ben chiaro, nessun programma di sterminio di massa poiché, come evidenziato dallo stesso Morgan, i neozelandesi amano tantissimo i gatti al punto che, su tutto il territorio nazionale sono distribuiti ben 1.4 milioni di felini a fronte di una popolazione umana che conta poco meno di quattro milioni e mezzo di individui; e, del resto, l’appello dell’economista non giunge affatto nuovo alle orecchie degli abitanti dello stato insulare dove, già in passato, le stesse autorità ufficiali hanno segnalato problemi relativi alla capillare diffusione dei mici.

Il gatto, in effetti, è pur sempre un predatore che, immesso in un ambiente quale è quello della natura neozelandese, si comporta seguendo il proprio istinto ovvero attaccando le piccole creature malcapitate che si ritrovano ad essere le sue prede ideali: tra queste ci sono in particolar modo i volatili. Come sottolinea Morgan, già un terzo delle specie degli uccelli autoctoni si sono estinte negli ultimi anni e, anche se la responsabilità di ciò non è certamente da addebitare ai felini, la presenza dei gatti può contribuire a rendere la situazione più complessa e di difficile gestione. In verità, la questione è molto più vecchia di quanto si possa credere ed affonda le radici nell'epoca dei coloni, quando l’arrivo degli europei su quelli che erano territori vergini provocò non pochi squilibri, favorendo la scomparsa di numerose specie.

Per tale ragione, dalla pagina web dedicata, Morgan riprende le raccomandazioni che già il Governo di Wellington ha dato in passato ai cittadini neozelandesi: poche regole d’oro che, in verità, chiunque abbia scelto la compagnia di un felino per i propri giorni riconoscerà come proprie. Ad esempio, di tenere il gatto in casa o di dotarlo di un campanellino; tempo fa le autorità ricordarono come fosse indispensabile acquistare giocattoli appositi per lasciar sfogare l’istinto del gatto in maniera innocua o dare all'animale nutrimento sufficiente da placargli l’appetito più “feroce”, mentre l’economista pone l’attenzione sull'importanza di dotare gli esemplari di microchip e di sterilizzarli; entrambi concordano nel chiedere ai padroni di non sostituire il proprio gatto, nel caso in cui questo morisse.

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