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Hubble ha scoperto un pianeta con due Soli

Il telescopio spaziale Hubble ha permesso di identificare un pianeta orbitante attorno due stelle, posto a circa 8000 anni luce da noi.
A cura di Daniele Gambetta
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Credits: NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)
Credits: NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)

Il telescopio spaziale Hubble ha permesso di identificare un pianeta con due "soli", o per meglio dire, orbitante attorno due stelle, leggermente meno massicce del nostro Sole. Il sistema si trova a 8000 anni luce di distanza dalla Terra in direzione del centro della Via Lattea. Il pianeta è stato chiamato OGLE-2007-BLG-349. La descrizione dettagliata del sistema circumbinario è stata pubblicata sull'Astronomical Journal dal gruppo di ricerca di David Bennett, del Goddard Space Flight Center della Nasa.

Il pianeta ha una massa simile a quella di Saturno, orbita a circa 480 milioni di chilometri dalla coppia di stelle e impiega circa sette anni per completare un'orbita intorno ai due astri, che tra loro distano "soltanto" 11 milioni di chilometri. Come deducibile dal nome, l'esistenza del pianeta è nota dal 2007, grazie al progetto Optical Gravitational Lensing Experiment, siglato OGLE.

Il progetto OGLE ha fatto uso di una particolare tecnica, detta "microlente gravitazionale", che permette di studiare sistemi extra-solari osservando le variazioni di luce delle nel tempo. Nel caso in cui un grosso corpo celeste orbiti intorno ad una stella è possibile riscontrare una variazione periodica della luce emessa, a causa della gravità del corpo orbitante. Tuttavia, nel 2007 era noto soltanto che il sistema osservato era composto da tre oggetti celesti, uno dei quali una stella. Fino ad ora, dunque, non era chiaro se si trattasse di due stelle con un grosso pianeta in rivoluzione attorno ad esse o se di una stella con due pianeti di dimensioni molto diverse tra loro.

Le immagini di Hubble, grazie alla loro risoluzione e nitidezza, hanno finalmente svelato il mistero. In particolare, le due stelle sono nane rosse, stelle in una particolare fase evolutiva che le rende meno luminose e meno massicce del Sole. A seguito di questa scoperta, i ricercatori credono che l'uso del telescopio spaziale gestito da Nasa e Agenzia Spaziale Europea (ESA), abbinato alla tecnica della microlente gravitazionale, potrebbe costituire uno strumento fondamentale nella ricerca e nello studio di sistemi planetari extra-solari.

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