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Gli scienziati a caccia del DNA di Leonardo da Vinci

Un progetto che coinvolge scienziati internazionali punta a far luce sulla vita e sulle caratteristiche del genio del Rinascimento.
A cura di Nadia Vitali
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L'attenzione nei confronti di Leonardo da Vinci e delle sue opere ha raggiunto già in passato gradi di inspiegabile morbosità, portando anche a scelte controverse da parte degli scienziati. Emblematico in merito è il famoso caso della "Battaglia di Anghiari", pittura murale il cui stato di degradazione portò Giorgio Vasari, già sessant'anni dopo la sua realizzazione, a coprirla con nuove decorazioni; decorazioni che, nelle intenzioni di alcuni, celerebbero ancora i resti dell'opera di Leonardo la quale, quindi, andrebbe cercata anche a rischio di incidere, benché lievemente, sull'opera di Vasari. Ma l'ossessione per "l'uomo oltre l'artista" ha anche portato alla nascita del Leonardo Project, ossia un gruppo di eminenti specialisti di diverse discipline accademiche riuniti con l'obiettivo di sfruttare le nuove tecnologie per approfondire la figura di Leonardo. Dopo aver conseguito alcuni interessanti risultati, il progetto mira ad un significativo passo avanti.

L'albero genealogico di Leonardo da Vinci

Il Leonardo Project ha già portato ad identificare i discendenti del genio rinascimentale tuttora viventi in Italia e dovrebbe portare entro il 2019, qualora si ottenesse l'autorizzazione, a risalire addirittura all'intero DNA di Leonardo. Come? Semplicemente mettendosi sulle sue tracce, cercando tra i parenti presenti e passati, tra i loro capelli, le ossa, le impronte digitali e le cellule della pelle. I dettagli dell'indagine hanno meritato addirittura un'uscita speciale del giornale Human Evolution.

L'obiettivo sarebbe quello di ricostruire il volto di Leonardo ma non solo: attraverso un lavoro sui resti e sulle tracce lasciate qua e là sulle opere d'arte, si potrebbe arrivare a conoscere dettagli sulla sua dieta, sulle sue condizioni di salute, su molte delle sue abitudini e sui luoghi in cui visse. Ma gli autori sperano anche di arrivare a conoscere quali furono le abilità visive che lo portarono a realizzare opere d'arte tanto perfette.

Sempre ammesso che si trovino i resti

Il lavoro unisce storici dell'arte, antropologi, genetisti, microbiologi ed altri specialisti provenienti da università ed istituti di Francia, Italia, Spagna, Canada e Stati Uniti; certamente si colloca sulla scia di ricerche analoghe che, negli ultimi anni, hanno portato a ricerche sui resti di Miguel de Cervantes e di Riccardo III di Inghilterra.

Proprio come quest'ultimo, Leonardo venne sepolto in un luogo che, negli anni, ha subito diversi cambiamenti: sconosciuta, ad oggi, è la precisa collocazione della tomba, benché sia notizia certa che, quando morì nel 1519, venne sepolto nella cappella di Saint Hubert del castello di Amboise, nella regione francese della Loira. Gli scienziati puntano ad identificare le ossa del genio, pur nella consapevolezza che l'edificio ha subito vicende anche molto turbolente e si è trovato talvolta al centro di conflitti tali (tra guerre di religione e rivoluzione) per cui le ossa di Leonardo potrebbero essere andate disperse senza troppo soffrire.

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