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Gli animali si suicidano o si lasciano morire?

Un cigno in Cina si è suicidato dopo che ha assistito alla morte della madre, o del padre. Questo è quanto sostiene la fotografa che ha immortalato la sequenza della tragica fine di questo animale. Ma gli animali si suicidano davvero?
A cura di Zeina Ayache
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Arriva direttamente dal lago Sanmenxia, nella provincia centrale dell'Henan, in Cina, la notizia di un giovane cigno che, alla morte della madre, si sarebbe suicidato. Cosa è successo?

Il cigno si suicida dopo la morte della madre
Il cigno si suicida dopo la morte della madre

Il dolore della perdita

Yan Yan Hsiao, che ha scattato le foto, ha raccontato di aver visto un cigno assistere alla morte di un esemplare adulto e, dopo il decesso di quest'ultimo, avrebbe iniziato a sbattere il capo contro il ghiaccio tra atroci lamenti. È passato così a sbattere le ali con foga per poi calmarsi prima di mettere la testa sott'acqua fino a morire. Proprio questo è stato il gesto che ha fatto pensare alla fotografa di essere di fronte ad un suicidio.

Si è trattato di suicidio?

Il suicidio richiede la consapevolezza dalle conseguenze dei proprio gesti
Il suicidio richiede la consapevolezza dalle conseguenze dei proprio gesti

Le immagini e l'ipotesi di suicidio hanno riacceso la discussione sulla possibilità o meno che gli animali possano e vogliano togliersi la vita. Se la storia è piena di casi di cani che si sono lasciati andare alla morte del loro proprietario, ancora non è stato dimostrato che la fine per questi 4 zampe sia arrivata volontariamente. Sembrerebbe infatti più probabile che il rifiuto del cibo sia da attribuirsi all'assenza di appetito provocata dalla mancanza del proprietario e non tanto da una vera consapevolezza delle conseguenze della denutrizione. Altri casi simili hanno fatto ormai la storia. Si racconta che circa una dozzina di cani, negli anni '60, sia morta lanciandosi dall'Overtoun Bridge: si pensava a suicidi, ma l'esperto behaviorista David Sands avrebbe scoperto che in fondo a questo ponte ci sarebbe stata una tana di visoni il cui odore ha tratto in inganno i poveri malcapitati a 4 zampe che, nel tentativo di scovare una preda, hanno trovato la loro fine. O ancora il Terranova di cui si parla nel 1845 nell'Illustrated London News, che avrebbe tentato più volte di annegare, fino a riuscirci, tenendo la testa in acqua e le zampe immobili: anche in questo caso, prima di pensare ad un decesso volontario, dovremmo chiederci se ci sia consapevolezza.

La fine è vicina

Si parla di suicidio infatti quando chi compie il gesto è a conoscenza che questo lo porterà a morire. Un animale che smette di mangiare, ad esempio, è cosciente di questo? Quindi, il cane che non mangia, lo fa perché vuole morire? Sa che non mangiando morirà? O la morte è “solo” una conseguenza dell'inappetenza? Viene quindi da chiedersi se il cigno stesse davvero trattenendo la testa sott'acqua per morire.

Atti eroici, non suicidi

Le foto sono state scattate da Yan Yan Hsiao
Le foto sono state scattate da Yan Yan Hsiao

Ci sono poi animali che si lasciano morire per salvare il gruppo. In questo caso, più che di suicidio forse dovremmo parlare di atti eroici. Ci riferiamo alle formiche che esplodono per difendere il formicaio, rilasciando una sostanza velenosa, a quelle, come la Forelius pusillus, che “sacrificano” gli esemplari malati e anziani mettendoli alla guardia del nido durante la notte. Il compito di queste membri del gruppo è quello di mimetizzare l'ingresso del formicaio. Gli scienziati che hanno osservato questo fenomeno hanno cercato di salvare questi “martiri” dando loro cure: i tentativi sono stati inutili, poiché anche lontani dal formicaio sono morti. Le formiche sono consapevoli che la fine per quei soggetti sia comunque vicina e per questo chiedono loro di proteggere il nido? Probabilmente sì.

[Foto di Yanu ari]

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