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Giove non è come ci aspettavamo: la NASA sorpresa dalle nuove scoperte della sonda Juno

A poco meno di un anno dall’arrivo nell’orbita gioviana, la sonda Juno continua a inviare dati e informazioni sorprendenti sul gigante del Sistema Solare. Il campo magnetico risulta essere dieci volte superiore a quello terrestre e ai poli sono stati osservati giganteschi cicloni.
A cura di Andrea Centini
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Giove, il più grande pianeta del nostro Sistema Solare, è un gigante gassoso con caratteristiche piuttosto diverse da quelle attese dai ricercatori. Ad esempio, possiede un campo magnetico superiore a quello terrestre di ben dieci volte, due regioni polari differenti fra loro e un'atmosfera sferzata da giganteschi cicloni, che possono avere un diametro di 1.400 chilometri. Sono tutte nuove scoperte legate ai dati raccolti dalla sonda NASA Juno, che negli ultimi mesi sono stati analizzati a fondo ed elaborati da scienziati di tutto il mondo.

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Anche l'Italia è in prima linea nello studio del pianeta, dato che lo spettrografo JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper) a bordo della sonda, oltre ad essere stato progettato dall’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) dell’INAF e costruito da Finmeccanica, ha come responsabile di missione lo scienziato italiano Alberto Adriani. Lo studioso proprio in questi giorni si trova a San Antonio (Texas), per presenziare alle conferenze NASA dedicate alle nuove scoperte fatte con Juno.

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La sonda fu lanciata il 5 agosto del 2011 da Cape Canaveral ed è giunta a destinazione il 4 luglio del 2016. Lo studio di Giove avviene attraverso orbite polari che ogni 53 giorni si trasformano in un fly-by, un sorvolo ravvicinato – da polo a polo – di un paio di ore nel quale Juno si avvicina moltissimo alla superficie del gigante gassoso, tra i 3mila e 5mila chilometri di altezza. L'ultimo di essi è avvenuto il 19 maggio scorso, alle 8 di mattina ora italiana e a un'altezza di 3.500 chilometri. Si è trattato del quinto fly-by in assoluto e ne sono previsti in tutto 35, prima della conclusione della missione.

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Le nuove scoperte presentate dalla NASA sono tutte relative ai primi sorvoli e sono legate all'attività di vari strumenti. La JunoCam, ad esempio, ha carpito i dettagli di curiosi ovali mai visti prima ai poli del pianeta, che successive analisi hanno dimostrato essere immensi cicloni. Ve ne sono otto al polo nord e cinque al polo sud. Gli astronomi hanno anche scoperto che molto probabilmente Giove non possiede un nucleo solido, come quello della Terra, ma uno di altra tipologia che andrà verificata con ulteriori indagini.

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Il campo magnetico, misurato attraverso il magnetometro MAG, oltre ad avere una distribuzione non uniforme è risultato essere di ben 7,7 Gauss, un'intensità dieci volte superiore a quella terrestre. Anche la composizione atmosferica possiede caratteristiche diverse da quelle attese, in particolar modo per quel che concerne l'ammoniaca. La concentrazione è infatti ricca all'equatore e scarsa alle latitudini superiori: “Avviene lo stesso per il vapore acqueo terrestre”, hanno sottolineato gli studiosi. Tra i vari dati rilevati vi è anche l'espansione della magnetosfera, determinata attraverso l'analisi dell'impatto del vento solare col campo magnetico del pianeta (un'onda d'urto nota col nome di bow shock). I nuovi dettagli su Giove sono stati pubblicati su due distinti articoli pubblicati su Science e in ben 44 "paper" apparsi sulla rivista scientifica specializzata Geophysical Research Letters.

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[Immagini di NASA/J.E.P. Connerney et al., Science]

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